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Decreto aprile 2020 e Fase 2. Nuovo decreto entro il 20 aprile e Fase 2 con nuove regole per allentare il lockdown e consentire ad altre attività di riaprire.

Il governo si appresta ad affrontare la famosa “Fase 2”. L’obiettivo è di individuare “nel breve periodo” le indicazioni per uscire “gradualmente dal lockdown”, finalizzate a un “progressivo e graduale ritorno alla normalità”. Una prima certezza sarà l’obbligo delle mascherine per tutti quando si è fuori casa.

Nell’ambito delle mascherine e dei dispositivi medici il governo, come ha annunciato il sottosegretario al Mise Alessia Morani, lavora ad una norma anti-speculazioni “che fissi soglie massime per i prezzi di vendita” e un”‘iva agevolata”.

Decreto aprile 2020 e Fase 2: come e da quando?

La Fase 2 vedrà l’impegno della task force di esperti e il Governo nel prevedere la riapertura, seppur parziale e con regole molto limitative a cui tutta la popolazione dovrà sottostare. Come riporta TheItalianTimes, il presidente del Consiglio ha chiesto al comitato di individuare, in stretto raccordo con il comitato tecnico-scientifico, le modalità più efficaci ed innovative per uscire gradualmente dal lockdown, favorendo la ripresa delle attività produttive, anche con modelli organizzativi che consentano la riapertura di fabbriche e aziende nelle condizioni di massima sicurezza per i lavoratori.

Le regole

  • Negozi e uffici dovranno essere dotati di erogatori del disinfettante, mentre chi lavora a contatto con il pubblico dovrà obbligatoriamente indossare la mascherina protettiva e i guanti. Guanti obbligatori anche per chi acquista cibi e bevande, con la distanza di un metro tra le persone che continuerà ad essere una regola da rispettare. L’ingresso nei negozi avverrà a scaglioni in base anche alla grandezza dei locali. La misura di riferimento minima dovrebbe essere 40 metri quadri. Nei negozi di entro queste dimensioni, si potrà entrare solo uno per volta.
  • Per Bar e ristoranti, parrucchieri e centri estetici, poiché potezialmente “più a rischio contagio” il governo sta valutando l’obbligo di lavorare solo su appuntamento e sempre con guanti e mascherina, mentre per le attività di ristorazione sarà necessaria una riorganizzazione che garantisca la distanza di un metro tra lavoratore e cliente, e di almeno due metri tra i tavoli.
  • Per quanto riguarda il trasporto pubblico, le corse verranno aumentante e a bordo si potrà stare solo con mascherine e solo seduti, con alcuni posti che dovranno rimanere vuoti per garantire la distanza di un metro.

Il calendario sarà quindi stabilito in base alle necessità dei cittadini. Alcune riaperture sono previste entro il 15 maggio come ad esempio per i trasporti pubblici. Ci saranno poi ingressi scaglionati alle stazioni, come per le biglietterie, per evitare assembramenti.

Toccherà al presidente del Consiglio Conte, dunque, decidere anche sulla base dei pareri del comitato tecnico-scientifico, come realizzare la seconda fase. Prima della riunione, i 17 esperti hanno sottoscritto un obbligo riservatezza che impedirà loro di fare qualsiasi dichiarazione pubblica.

Decreto aprile 2020 e Fase 2, le prime aperture

Secondo le prime indiscrezioni a ripartire entro la fine di aprile saranno i settori:

  • moda
  • automotive
  • metallurgia.

Scuole a settembre

Per le scuole, come ipotizzato dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, appare sempre più probabile la riapertura direttamente a settembre.

Calcio

Gli allenamenti potranno ripartire il 4 maggio, la Figc ipotizza di poter far giocare a porte chiuse la seria A il 31 maggio, ma frenano il comitato tecnico scientifico e alcuni presidenti.

Vacanze estive

Possibili misure per il distanziamento in spiaggia potrebbero essere inserite nel “dossier estate”, con il timore di spiagge chiuse e turismo ancora bloccato. Il sottosegretario Lorenza Bonaccorsi intervistata da Rainews24 ha però assicurato che “andremo al mare”, con misure per il distanziamento in spiaggia e a favore del “turismo di prossimità”.

Smart working e orari flessibili

La ministra Paola De Micheli ha ipotizzato un mix di smart working e di orari flessibili, a partire dagli uffici pubblici, per scaglionare gli ingressi al lavoro. E insieme l’uso di tecnologie che permettano di contare e quindi di limitare gli accessi ai bus, visto che i passeggeri dovranno stare seduti e non occupare tutti i posti.

Lo smart working sarà poi obbligatorio nelle sedi al di sopra di un certo numero di dipendenti. Per gli uffici più piccoli, sempre nella prima fase della riapertura, l’obbligo di tele-lavoro non ci dovrebbe essere, sebbene che il datore di lavoro davanti a una richiesta esplicita del lavoratore, non potrebbe opporsi, qualora l’attività lavorativa sia compatibile con il telelavoro.

Via l’autocertificazione

Arriva la app spostamenti Una delle idee sul tavolo è quella di sostituire l’autocertificazione cartacea è rilasciare una app spostamenti da scaricare sul telefonino.

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