Caso Vannini a Le Iene: riassunto, sentenza, processo in Cassazione

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Il caso Vannini nella puntata del 13 febbraio de “Le Iene” . Il servizio video di Giulio Golia racconterà i recenti sviluppi giudiziari di uno dei cold case più misteriosi e controversi che l’Italia abbia mai avuto negli ultimi anni. Ma riassumiamo la storia e ogni tappa giudiziaria della vicenda: che cosa è successo quel 17 maggio 2015? e perchè Vannini è stato ucciso con un colpo di pistola?

Riassunto caso Vannini

Tutto inizia la sera del 17 maggio di cinque anni fa. Marco è ospite a cena della famiglia di Martina, la sua fidanzata da 3 anni. Marco conosce molto bene la famiglia Ciontoli: lui è spesso a dormire da loro, lei è spesso a cena o a pranzo dai Vannini.

Quella sera, verso le 23, Marco viene colpito da un proiettile esploso da una delle pistole d’ordinanza di Antonio Ciontoli, padre di Martina, che di mestiere fa il militare nei servizi segreti.

Su come sia partito questo colpo, Antonio Ciontoli fornisce due versioni: la prima, nella quale dice che stava mostrando le pistole a Marco (che era in bagno e faceva la doccia) e che una di queste le sarebbe scivolata di mano, facendo così partire il colpo.

In una seconda versione, dirà che scherzando e puntando per gioco la pistola contro Marco, per sbaglio sarebbe esploso il proiettile. I suoi figli, Federico e Martina, diranno che al momento del fatto si trovavano nelle loro stanze. In realtà, grosse quantità di polvere da sparo verranno trovate sopra i loro vestiti.

Il mistero dei soccorsi

Il proiettile si conficca sotto l’ascella di Marco, che trapassa un polmone e arriva fino al cuore. I Ciontoli, tuttavia, aspettano a chiamare i soccorsi. Non si capisce il perché, ma a chiamare sarà Federico Ciontoli, esattamente mezz’ora dopo il ferimento. E non nominerà la pistola del padre. Federico dirà semplicemente che il ragazzo si è sentito male, a causa del forte spavento, per uno scherzo che gli hanno fatto.

Successivamente la madre interverrà per dire che non serve alcuna ambulanza. intanto Marco si lamenta e grida per il dolore. A confermarlo sono i vicini di casa che dichiarano di averlo sentito urlare: “Basta, scusa Marti, scusa!”Di cosa si stava scusando Marco? Rimarrà un mistero.

Più di un’ora dopo lo sparo Antonio Ciontoli chiamerà i soccorsi e riferirà di una ferita procurata da un “pettine a punta”. Non nominerà neanche lui del colpo esploso in casa. Nel giro di una manciata di minuti arriverà un’ambulanza non attrezzata per le urgenze che soccorrerà Marco.

In ospedale non serviranno i soccorsi: l’emorragia interna ha allagato il torace di Marco, che muore subito. Pochi istanti prima Antonio Ciontoli aveva fermato il medico per dire, finalmente, che c’è un proiettile dentro il corpo di Marco. Ma aggiunge: “Ma non lo dica a nessuno, rischio di perdere il lavoro”.

La versione della famiglia Ciontoli

La famiglia Ciontoli finisce sotto i riflettori e nel mirino degli inquirenti. Per non far calare alcun sospetto su di sé, ciascun membro della famiglia racconterà la stessa identica versione, sempre uguale, senza mai fornire ulteriori dettagli che possano portare gli investigatori ad indagare su di loro. Le intercettazioni, tuttavia, fanno supporre che la versione dei fatti sia stata messa in piedi da loro.

La ricostruzione dei Ciontoli vede Martina e Federico assenti. Ogni membro della famiglia racconta che Federico avrebbe trovato il bossolo in bagno e in quel momento avrebbe chiesto al padre di cosa si trattava.

Tutti i membri della famiglia dichiarano di aver creduto senza dubbi a quanto diceva Antonio Ciontoli. La famiglia Vannini, dal primo momento, non si accontenta della versione dei Ciontoli. Non può credere a quella morte e a tante cose che non tornano. Anzittutto, dove sono i pantaloni e la maglietta di Marco? E cosa ci faceva Antonio Ciontoli nel bagno mentre Marco si lavava? Per la madre Marina Conte, il ragazzo era troppo riservato per accettare la presenza di qualcuno in bagno.

Il processo e la sentenza del caso Vannini

Antonio Ciontoli è accusato di omicidio volontario, il resto della famiglia per concorso in omicidio volontario, Viola Giorgini per omissione di soccorso. La sentenza di primo grado, emanata nell’aprile del 2018, sarà accolta con ira dalla famiglia di Vannini: 14 anni a Ciontoli padre, 3 anni (per omicidio colposo) ai famigliari, assolta Viola Giorgini.

Federico, Martina e la madre dei due ragazzi rimarranno fuori dal carcere con la condizionale. Sarà però la sentenza in secondo grado a scatenare l’opinione pubblica: la pena a Ciontoli verrà, infatti, derubricata. Da 14 anni di carcere, Ciontoli dovrà scontare solo 5 anni di pena. Derubricato anche il reato che da omicidio volontario diventa omicidio colposo. Confermata, invece, la sentenza per i famigliari e l’assoluzione per Viola Giorgini.

Ma c’è un’altra cosa che fa infuriare l’opinione pubblica: la reazione dei giudici, che davanti alla rabbia di Marina Conte la cacciano dall’aula intimandole di poter aprire un processo per reati contro il giudice.

A distanza di cinque anni si attende ancora una sentenza definitiva. Presto comincerà il processo in Cassazione, che metterà la parola fine su una delle vicende giudiziarie più spinose e controverse della recente storia italiana.

Le Iene sul caso Vannini

Nella puntata del 13 febbraio la trasmissione “Le iene” tornerà a parlare della tragica morte di Marco Vannini. La trasmissione infatti è entrata in possesso di un documento esclusivo che getta nuove ombre sul caso dopo che la sentenza di secondo grado è stata annullata.

Giulio Golia rivelerà il contenuto del dossier che è stato inviato dal ministro della giustizia al procuratore generale della corte suprema di Cassazione e ha come oggetto il comportamento tenuto dal medico Alessandra D’Amore, responsabile delle indagini su Antonio Ciontoli per l’omicidio del povero Marco.

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