noemi svegliata dal coma santobono

E’ una bimba ancora provata quella che si è svegliata ieri dal coma in una stanza dell’ospedale Santobono di Napoli. Magrolina, i capelli biondo ceneri raccolti dietro la nuca. “Voglio le mie bambole”, le prime parole che Noemi ha detto guardando negli occhi papà Fabio.

Ma poi la piccola di 4 anni si è sciolta, si è guardata intorno, un po’ stordita. “Come mai mi trovo qui?”, ha chiesto. Il medico primario, Massimo Cardone, insieme alla famiglia, le ha spiegato che ha avuto un incidente, senza entrare nei dettagli. Ma la cosa importante è che Noemi è cosciente: ha saputo dire il suo nome e la sua età.

«Sono stato io, per rompere il ghiaccio, a chiedere quali fossero le sue bambole preferite – ha spiegato a Il Mattino Massimo Cardone -. È una bella bambina, veramente una bella e dolce bambina. Come tutti quelli che assistiamo qui con la stessa dedizione. Ad un certo punto le ho chiesto di tossire per almeno tre volte. Lei lo ha rimarcato subito e al mio insistere si è spazientita e mi ha liquidato come uno scocciatore».

La commozione tra i parenti e il personale sanitario è stata tanta. Il peggio sembra essere alle spalle, ma c’è ancora un percorso di recupero e riabilitazione da concludere. La prognosi, infatti, resta riservata.  «L’abbiamo estubata – spiega Cardone – ma continua ad essere assistita da una mascherina di ossigeno ad alto flusso. Dobbiamo aspettare che abbia una respirazione totalmente spontanea valida anche senza ossigeno e che sia capace di tenere l’equilibrio per sciogliere la prognosi. Il trauma toracico subito è stato molto serio».

La piccola non ricorda nulla di quanto successo e non è ancora in grado di mangiare da sola. Per fortuna con lei ci sono mamma Tania e papà Fabio. La donna, 30 anni, stringe la mano della piccola: “Ma com’è grande questa manina”. La bimba risponde con un sorriso. Intanto la solidarietà manifestata dall’intera città di Napoli è enorme: la stanza d’ospedale dove Noemi è ricoverata è stata invasa di giocattoli da tutta la Campania e non solo. Con la speranza che presto la bimba potrà tornare a giocare.

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