Una strage di bambini e ragazzi. La prima vittima identificata dell’attentato a Manchester è Georgina Callander, 16 anni. Era lì ad ascoltare Ariana Grande, la sua popstar, con cui aveva scattato una foto due anni fa pubblicata su Facebook. “Sono così eccitata di rivederla domani”, aveva scritto Georgina in un tweet ieri, l’ultimo prima di morire nell’attentato.

La 16enne è una delle 22 vittime morte nell’esplosione di ieri all’arena Manchester. Un ordigno rudimentale, fatto di viti e bulloni, è stato fatto esplodere da un attentatore kamikaze spazzando via i ragazzi accalcati tra l’arena e il foyer. La detonazione è avvenuta poco dopo la fine del concerto nel momento in cui i genitori stavano raccogliendo i loro figli che uscivano alla spicciolata.

Come riporta il Daily Mail, la polizia questa mattina ha confermato che il bomber suicida è morto all’interno dell’arena dopo l’espolsione. Appena è scoppata la bomba, i giovani terrorizzati hanno timbrato le uscite dello stadio esaurito da 21.000 posti. Il fuggi-fuggi generale è stato immortalato in scene terrificanti da decine di telefonini. I testimoni hanno descritto la carneficina come “come una zona di guerra”. Georgina Callander è soltanto una delle vittime.

«Al momento non risultano italiani coinvolti», riferiscono fonti dell’ambasciata italiana a Londra, che da stanotte sta lavorando in coordinamento con il consolato generale e l’Unità di Crisi della Farnesina. Si conterebbero 12 dispersi. Il Manchester Evening News ha datto i nomi i 8: Chloe Rutherford, 17 anni; Liam Curry, 19 anni; Martyn Hett, 29 anni; le scozzesi Laura MacIntyre ed Eilidh MacLeod; Courtney Boyle; Philip Tron; Olivia Campbell, 15 anni.

Una cinquantina di bambini separati dai genitori nel caos dell’attacco sono stati portati al riparo, nell’hotel Holiday Inn vicino al luogo della strage, da una signora 48enne – Paula Robinson – che ieri sera si trovava nella zona dell’arena al momento della strage: lo ha scritto in un post su Facebook la stessa Robinson, riporta il quotidiano britannico Independent. Un portavoce dell’Holiday Inn ha precisato al giornale che la Robinson in realtà ha portato i bambini al Premier Inn.

Le foto dei ragazzi dispersi:

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