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“E’ caduta nel pozzo”. Quella frase rimbalza ancora oggi, a distanza di 17 anni, nella testa di chi conosceva Denise Pipitone o di chi ha indagato su di lei. A riferirlo è Maria Angioni, il primo giudice della Procura di Marsala che coordinò l’inchiesta sulla scomparsa della bimba di 4 anni di Mazara del Vallo nel 2004.

“Denise caduta nel pozzo”, setacciata la casa di Anna Corona

Maria Angioni avrebbe ricevuto più volte l’invito a desistere dalle indagini perché la piccola “è finita in un pozzo“. E proprio in un pozzo ieri gli investigatori hanno provato a ritrovare tracce di Denise. Il pozzo-cisterna si trovava nel garage dell’abitazione di Anna Corona, in via Pirandello. Si nasconde sotto una botola che ieri i militari dell’Arma hanno scoperto dopo una prima ispezione. Il pozzo è alto 10 metri. L’acqua arriva a un metro e mezzo.

Gli speleologi dei Vigili del Fuoco si sono calati dentro e hanno aspirato l’acqua con un’idrovora. Nessun corpo, nessun resto di Denise. Eppure la segnalazione pervenuta alla Procura è stata considerata fondata. Non è arrivata da fonti anonime: riferiva della presenza di un cadavere all’interno dell’appartamento e di sospetti lavori in muratura condotti anni fa. Ma alla fine dell’ispezione, verso le 20 e 15, carabinieri, pompieri e uomini della Scientifica sono andati via senza mettere sotto sequestro l’edificio e senza trovare nessun elemento rilevante. Se c’è davvero un pozzo collegato a Denise, non è quello di via Pirandello.

Le indagini proseguono

Fra i primi atti del nuovo fascicolo c’è stata ieri l’audizione dell’ex pm Maria Angioni che indagò sulla scomparsa della piccola Denise. Nei giorni scorsi l’ex pm ha dichiarato di avere avuto il sospetto di fughe di notizie sull’inchiesta e in particolare che le persone intercettate sapessero di avere i telefoni intercettati. I magistrati siciliani stanno cercando di capire se ci sono stati depistaggi o errori nell’inchiesta.

La stessa Angioni ha affermato che c’era una sorta di “rispetto” verso la famiglia Corona, in particolare Anna e Jessica, rispettivamente ex moglie del padre naturale di Denise e sorellastra della bimba. Gli investigatori dell’epoca – in particolare la Polizia – non avrebbero indagato a sufficienza sui Corona e sui movimenti fatti nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa di Denise.

Eppure in questi giorni è riemersa un’intercettazione inquietante: una telefonata fatta da Anna Corona in cui si sente la voce di una bimba. Nella conversazione telefonica la Corona mette a tacere la minorenne con un ‘stai zitta’. Non sarebbe nessuna delle due figlie della donna, all’epoca già adolescenti. “Nei primi momenti e anche successivamente, è stato fatto di tutto e di più da noi – si è sfogata Piera Maggio a Chi l’Ha Visto -. Ora invece vengo a conoscenza che dall’altra parte c’è stato un rispetto che non doveva esserci, perché bisognava verificare in ugual modo tutti quanti”.

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