La Campania ha superato quota 4mila morti tra i pazienti che hanno contratto il Covid-19. A un anno da quel 9 marzo 2020, quando l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, annunciò il lockdown in Italia, il numero delle vittime da Coronavirus non si è mai fermato. Ma è cresciuto di giorno in giorno.

In Campania le aree più colpite sono state Napoli città e provincia, ma anche il Casertano. Ed è proprio in provincia di Caserta che si registrò il primo decesso da Covid-19.

Era il 5 marzo. Giuseppe Buonaugurio, di Mondragone, morì all’età di 47 anni. L’uomo, con già patologie pregresse, fu annoverato tra le vittime del Coronavirus in Italia soltanto alcuni giorni dopo il suo decesso. Inizialmente Buonaugurio risultò negativo al test, poi al Cotugno fu ripetuto nuovamente il tampone, che diede esito positivo.

Nel giro di un mese il virus presto si diffuse in tutta la regione, da Benevento a Salerno. Il bollettino dell’unità di Crisi regionale cominciò a riportare numeri impietosi: i contagi crebbero a un ritmo impressionante, e così anche il numero delle vittime.

Le vittime nell’Area nord di Napoli

Una delle prime vittime dell’area Nord si registrò a Giugliano. Il 14 morì al Cotugno di Napoli un uomo di 76 anni. All’ora i positivi in città non superavano le 20 unità. Anche se la regione aveva già sfondato il tetto dei mille contagi.

Tra le vittime che poi vi susseguirono ci furono medici, membri del personale sanitario, padri e madri di famiglia, commercianti, imprenditori, forze dell’ordine e anche giovani. A Giugliano morirono tre personaggi illustri, dei veri e propri punti di riferimento per la comunità: i coniugi Ronca, entrambi stroncati dal Coronavirus, e il medico dell’ospedale San Giuliano, Vincenzo Pio Comune.

A Qualiano, dopo due mesi di lotta contro il Coronavirus, perse la vita Luigi Mancini, 51 anni, operatore del 118 a Melito. Luigi si scoprì positivo al Covid lo scorso 18 novembre, durante la fase acuta della seconda ondata. Il 10 dicembre le sue condizioni sono drammaticamente peggiorate, tanto da renderne necessario il ricovero, prima all’ospedale San Giuliano di Giugliano, poi Cotugno e infine al Monaldi.

A Melito una terribile notizia sconvolse la città. Lo scorso novembre perse la vita il sindaco Antonio Amente, anch’egli ucciso dal Coronavirus. Da sempre in prima linea non aveva mai rinunciato a svolgere la sua professione di medico anche quando era a capo del comune. A poche ore di distanza, ci fu un’altra vittima: il dottor Cosimo Russo, stimato ortopedico in città. Dolore a Marano quando si apprese del decesso del maestro Castrese Castaldi, 63 anni, docente dell’istituto Giancarlo Siani di Marano ma residente a Villaricca. A Frattamaggiore, invece, va ricordato anche il dottor Francesco Antonio Auletta, noto psicologo e psicoterapeuta di Frattamaggiore e volto storico dell’Asl Napoli 2 Nord, stroncato dal Coronavirus. Nomi, volti e storie cancellati da un nemico insidioso e invisibile, ma che restano indelebili nella memoria collettiva.

 

 

 

 

 

 

 

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