Napoli. Ha perso la sua bambina al sesto mese di gravidanza e adesso, assieme al marito, chiede che si faccia chiarezza, denunciando la mancanza di una incubatrice all’interno dell’ambulanza e ritardi da parte dei medici.

Napoli, bimba muore tra le braccia della mamma

A darne notizia è Il Mattino. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta ed ha disposto il sequestro delle cartelle e l’autopsia sulla salma del piccolo. Il dramma si è consumato ieri mattina, in vico Pergola, stradina in zona Borgo di Sant’Antonio.

Maria Pappagallo, 30 anni, lavoratrice, e Mario Conson, noto pizzaiolo, sarebbero dovuti diventare genitori di una bambina. Il parto era previsto tra tre mesi, ma qualcosa è andato storto: la donna, positiva al Covid, e al sesto mese di gravidanza, ha cominciato ad avere forti dolori all’addome. La donna capisce che c’è qualcosa che non va: è in travaglio. A quel punto il marito chiama il ginecologo e proprio mentre è al telefono Maria dà alla luce la sua bambina, la quale rimane attaccata a lungo al cordone ombelicale.

La telefonata al 118

Subito scatta la telefonata al 118. La chiamata avviene alle 6.44, mentre l’arrivo dell’ambulanza è di 31 minuti dopo. Diversa la versione del dottor Giuseppe Galano, responsabile del 118, per il quale l’ambulanza è giunta dopo 26-27 minuti rispetto alla prima telefonata.

“Medici e infermieri hanno impiegato almeno dieci minuti per l’equipaggiamento anticovid, reso necessario dal fatto che la donna era stata segnalata come soggetto positivo al coronavirus. Il resto del tempo è stato impiegato per raggiungere dal San Gennaro la stradina del Borgo da cui era partita la richiesta di soccorso. Posso confermare che non è stato perso neppure un minuto e tutto è stato fatto con il massimo della correttezza”, spiega Galano al Mattino.

Nel chiamare il 118, Mario Conson aveva chiarito che si trattava di un codice rosso,specificando che erano due le persone che andavano aiutate: la moglie, che era alle prese con un’emorragia (fortunatamente arginata nel corso della giornata), e la piccola, che necessitava di una incubatrice. Ma stando al racconto della coppia, ieri mattina si è mossa una sola ambulanza ritenuta dai coniugi addirittura sprovvista dei strumenti necessari per soccorrere la neonata. Adesso si dovrà chiarire quanto tempo è passato prima di portare la piccola in ospedale e se l’ambulanza avesse o meno supporto alla respirazione neonatale.

 

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