codice d'onore armando del re

NAPOLI. E’ stato braccato a Siena e per Armando Del Re, il presunto killer di Noemi, si sono aperte le porte del carcere. Una ricerca incessante quella delle forze dell’ordine andata avanti 7 giorni. Ma la detenzione potrebbe rivelarsi per il 29enne del Monte Rosa un vero inferno. In questi giorni il popolo napoletano ha inveito soprattuto sui social contro il sicario che ha colpito lo scorso venerdì Noemi in piazza Nazionale. Al momento dell’arresto sono stati migliaia i messaggi contro Del Re.

E l’antica legge del carcere, il codice d’onore che vige nel penitenziario tra i detenuti, prevede punizioni esemplari inflitte contro i pedofili, gli stupratori e gli assassini di bambini. Armando Del Re per quel proiettile sparato contro Noemi potrebbe essere esposto al rischio di vendette e ritorsioni nel carcere napoletano.

E’ un sottobosco violento, quello delle carceri, fatto di aggressioni, pestaggi nei corridoi, violenze durante l’ora d’aria, stupri anali sotto la doccia. Una giustizia sommaria che ha punito gli autori di alcuni tipi di reati, quelli ai danni dei “più deboli”, secondo un codice mafioso che si è rapidamente diffuso negli ultimi decenni anche tra i criminali comuni. La detenzione di un carcerato può diventare un incubo. E nei casi estremi portare alla morte.

“I bimbi non si toccano”, è questa la legge tacita in vigore da sempre tra i carcerati e le mafie di tutto il mondo. E sono tantissimi gli episodi di pedofili o infanticidi costretti a subire violenze di tutti i tipi. Il più recente è quello di Antony Palma, un pedofilo di origini italiane massacrato a colpi di calci e pugni in un carcere dell’Oklahoma. Era stato condannato per aver abusato di un bimbo di 8 anni. In Italia, ha fatto scalpore, due anni fa, il caso di Raimondo Caputo, l’uomo accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna Loffredo nel parco Verde di Caivano. Fu linciato nel carcere di Poggioreale e salvato da due agenti della Penitenziaria.

Stesse “preoccupazioni” sono sorte per Tony Badre che a Cardito uccise a colpi di una mazza il figlio della compagna, il piccolo Giuseppe.

Sorte simile capitò alla compagna del pedofilo, Marianna Fabozzi, colpevole di aver aiutato l’uomo nel colpire l’orribile delitto. Fu pestata da un gruppo di detenute nel carcere femminile di Pozzuoli. Ora il timore è che la rabbia e la sete di giustizia possa prendere di mira Tony Essoubti Badre, che proprio di recente ha confessato di aver ucciso il piccolo a pugni a calci perché aveva rotto il letto su cui stava giocando con la sorellina Noemi.

Gli investigatori sono giunti a Del Re e al fratello attraverso indagini serrate. Ma se nelle immagini della sparatoria di venerdì scorso l’uomo che ha sparato appariva con il volto coperto da un casco integrale, decisivi sarebbero stati altri filmati in cui era invece visibile: proprio in base a quelle gli agenti della squadra mobile avrebbero redatto una lista di possibili sospetti. Fondamentali, secondo quanto si è appreso, sarebbero state poi anche alcune intercettazioni.

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