Interessante convegno sulla Responsabilità Sociale d’Impresa come opportunità di sviluppo e del Business Family, si è svolto il 25 gennaio presso l’Unione degli Industriali di Napoli, organizzato dai Giovani Imprenditori della stessa associazione, presieduto dall’ing.

Vittorio Ciotola in collaborazione con GCERTI, ente di formazione e certificazione presieduta dal dott. Michele Gallo. All’incontro erano presenti la d.ssa Anna Del Sorbo, presidente del gruppo Piccola Industria che occupa inoltre la posizione di Vice Presidente alla RSI dell’Unione Industriali di Napoli. Per Confindustria, ha partecipato la Presidente del gruppo tecnico della RSI, Rossana Revello.

CSRMed Forum, che si occupa di perseguire obiettivi di promozione e dialogo sulle azioni di sostegno alla diffusione di una cultura della responsabilità presso le organizzazioni pubbliche e private, profit e no profit, cittadini e comunità territoriali era presente con la d.ssa Raffaella Papa.

La Promos, della CCIA di Napoli, rappresentata dall’ing. A. Montefusco. Per la parte legata alle implicazioni legali oltre che etiche nell’applicazione del Rating di Legalità (d.leg.1/2012) e nell’applicazione dei modelli di gestione ed organizzazione (ex d.ls 231/2001) l’avv. Monica Mandico di MANDICO&Partners, ha sviluppato tali tematiche, cercando di dare indicazioni, oltre che esempi di applicazione, per il raggiungimento non solo degli obiettivi fissati dalla norma, ma anche la modalità con la quale tali regole diventino un’indicazione nella vita dell’impresa stessa, vista come un “corpo vivente” dove le attività non restano fine a se stesse, rinchiuse solo negli spazi aziendali, ma continuano a vivere nelle persone e nelle famiglie anche quando si è lasciati il posto di lavoro a fine turno.

La responsabilità sociale dell’impresa (RSI) è un tema assai ricorrente nella letteratura economica e manageriale. Ha cominciato ad essere discusso nella teoria e nella prassi negli Stati Uniti già all’inizio del ventesimo secolo. Parallelamente all’evoluzione dell’azione politica sovranazionale è progressivamente accresciuta la sensibilità della popolazione in quasi tutto il mondo verso i problemi socio-ambientali. Conseguentemente, diverse imprese hanno iniziato ad assumere delle iniziative che si inquadrano nella responsabilità sociale. Alcune azioni del genere non richiedono alcun costo all’impresa, altre possono essere realizzate solo a fronte di un sacrificio di risorse. L’azione di responsabilità sociale mantiene una natura di volontarietà, connotazione che si riflette anche sulle modalità di certificazione e di comunicazione.

La diffusa autoreferenzialità della relativa certificazione – ovvero di forme di comunicazione di attività di responsabilità sociale – non sono da escludere né comportamenti aziendali non conformi alle intenzioni espresse nelle stesse regole di condotta dell’azienda né certificazioni rendicontali non veritiere. In effetti, in quasi tutti i paesi mancano norme pubbliche della regolamentazione della materia; sono invece diffusi degli standard sociali di riferimento, benché generalmente privi di valore normativo.

La visione imprenditoriale, definisce l’impresa quale struttura patrimoniale appartenente ad una o più persone o gruppi e la funzione dell’impresa diviene quella di creare valore economico da distribuire tra tutti i partecipanti alla vita aziendale. Con la visione della RSI il centro di osservazione non è più la struttura patrimoniale, ma il sistema sociale che si crea intorno all’impresa stessa e che partecipa ovviamente al complesso degli scambi in entrata e in uscita. In conclusione, quando si parla di “responsabilità sociale” dell’impresa si vuole fare riferimento a questo concetto allargato, che comprende non solo gli obblighi verso i diretti partecipanti al sistema aziendale, ma anche – e oggi potremmo dire soprattutto – i doveri verso la comunità con particolare rilievo ai problemi della salvaguardia dell’ambiente naturale e della promozione di una migliore qualità della vita.

In tal modo, secondo, una visione da noi condivisa, l’impresa da protagonista economico si trasforma in protagonista sociale, accollandosi contemporaneamente responsabilità economiche e sociali in senso ampio. Ha concluso l’incontro proprio il dott. Gallo, che in modo tecnico, ma molto semplice, ha dato le prime istruzioni per permettere ad un’impresa, che voglia approcciarsi alla RSI, di quali siano le linee guida espresse delle norme SA 8000 e ISO 26000 che bisogna applicare, facendole diventare quella che può essere una nuova filosofia per l’imprenditore 4.0, lasciando da parte il solo obiettivo del profitto, ormai ampiamente superato

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