15enne ucciso

Napoli. E’ una vicenda intricata e con tanti punti oscuri quella del 15enne ucciso a colpi di pistola dal carabiniere fuori sevizio.  Stando alla ricostruzione ufficiale, Ugo Russo era armato di pistola, con il volto travisato da uno scaldacollo e dal casco integrale, quando ha tentato di rapinare il carabiniere.

Napoli, 15enne ucciso da carabiniere: il giallo della pistola

Il giovane smonta dallo scooter e si avvicina ad una macchina, assieme al suo complice di 17 anni. In auto – a bordo della sua Mercedes – c’è il carabiniere 23enne di stanza a Bologna con una ragazza.

Il ragazzo punta contro il militare la pistola per arraffare il Rolex, ma il militare non ha alcuna intenzione di cedere il proprio orologio. Ad un certo punto, come racconterà successivamente il carabiniere agli inquirenti, il militare sente un rumore metallico, quello dello scarrellamento della pistola. Rumore sul quale si indaga per capire se ci sia stato o no.

A sua volta impugna l’arma di ordinanza e spara. Tre colpi, due mortali: uno al petto, l’altro tra il collo e la nuca, quasi di lato, segno della probabile torsione del corpo del 15enne nel corso della fuga.

Punti oscuri

C’è un altro punto oscuro, il terzo colpo: contro chi è stato esploso? Contro il 15enne che cercava di scappare, magari preso dal panico, o contro il complice del 15enne?

Come riporta Il Mattino, il 17enne ha spiegato di aver avuto paura, dopo aver visto il corpo dell’amico riverso a terra e dopo aver incrociato per un attimo lo sguardo del carabiniere con l’arma in mano. È un punto controverso, che potrà essere chiarito solo alla luce di testimonianze raccolte in queste ore o attraverso la visione di eventuali immagini raccolte dalle telecamere in zona.

Ma c’è un altro particolare: il carabiniere dice infatti di essersi qualificato, di aver urlato “alt, sono un carabiniere”, in quella manciata di istanti che hanno fatto seguito allo scarrellamento della pistola giocattolo (ma senza tappetto rosso) impugnata dal 15enne. Elementi che spingono ora la Procura a ipotizzare l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa a carico del carabiniere. Saranno le indagini e l’autopsia a stabilire quali sono i fori di entrata e quale traiettoria hanno seguito i proiettili.

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