Marano. “Se al Comune non prenderanno in seria considerazione la nostra problematica, tra dieci giorni bloccheremo la strada”. A lanciare l’ultimatum al sindaco e agli amministratori sono gli abitanti di via Torre Caracciolo, una stradina della frazione collinare di Marano che lambisce l’antica Torre medievale”.

Non bastava il problema dei pozzi neri da espurgare periodicamente, perché, da quelle parti, non esistono le fogne, da diversi anni i cittadini del posto sono costretti anche a convivere con un fetore nauseabondo, proveniente da un tubo sottostante la strada, probabilmente otturato, dal quale fuoriescono acque luride che invadono tutta la carreggiata. Di questi tempi, con il caldo alle porte, il lezzo è diventato insopportabile, con ovvie conseguenze per la salute, l’igiene e la qualità della vita.

“Ho subito il trapianto del midollo – afferma la signora Giovanna Cozzolino – e sono venuta ad abitare da queste parti per respirare l’aria salubre della collina, invece sono barricata in casa tutta la giornata, per la puzza continua e insopportabile”.

Della sorta di fogna a cielo aperto, con tanto di avvistamento di topi giganti, sono stati avvisati diverse volte sindaco, assessore ai lavori pubblici e dirigente dell’’ufficio tecnico, per cui conoscono bene la situazione. Come mai non intervengono?

“Personalmente – sbotta Anna Garofalo, battagliera consigliere comunale del Movimento l’Altra Marano, che, tra l’altro, abita da quelle parti – ho inoltrato quattro segnalazioni all’Ufficio tecnico. Nel 2014, il dirigente dell’epoca, Vito Casamassima, prese a cuore il problema, ma dopo un po’ andò via da Marano”.

Insomma, la situazione è molto seria e i lavori di rappezzo servono a ben poco, poiché, se non viene individuata ed eliminata la causa, le cose andranno sempre a peggiorare, tenendo conto che le infiltrazioni di acqua possono prima o poi danneggiare la staticità degli edifici. Le acque sporche, oltre a scendere a valle, vanno a finire dentro il Castello Torre Caracciolo, considerato un’opera monumentale nazionale. Solo questo particolare dovrebbe spingere dirigenti e amministratori ad intervenire ad horas. Perché non lo fanno?

 

di Mimmo Rosiello

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