Torna l’incubo della quarta ondata in Italia: i contagi sono in crescita nelle ultime settimane e il tasso di incidenza si alza vertiginosamente, motivi per cui alcune regioni rischiano di passare in zona gialla. L’ultimo monitoraggio da parte dell’Iss (Istituto superiore di sanità), effettuato nella giornata di venerdì, ha stabilito che tutta Italia resti per questa settimana in zona bianca ma la situazione potrebbe variare già dalla prossima, a partire da lunedì 22 novembre.

Quarta ondata in Italia: possibile passaggio in zona gialla

Il rischio di zona gialla per alcune regioni italiane diventa sempre più concreto: mentre il Governo riflette su un piano per salvare il Natale e al contempo prevenire un eventuale boom di contagi a gennaio, le Regioni guardano con grande attenzione i dati in costante crescita. Per passare in zona gialla bisogna superare tre soglie nei tre indicatori decisionali: incidenza superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, occupazione delle terapie intensive superiore al 10% e occupazione delle aree mediche superiore al 15%. Tutti e tre i valori devono essere superati nello stesso arco di tempo. Attualmente, attenendosi agli ultimi monitoraggi, l’incidenza è sopra 50 praticamente già ovunque, tanto che, a livello nazionale, il dato è 78. Tuttavia, la situazione negli ospedali è ancora sotto controllo, ma diverse Regioni sono molto vicine alla soglia della zona gialla e rischiano di finirci già dalla prossima settimana.

I dati per ogni Regione

L’Italia ha un’incidenza settimanale ben al di sopra dei 50 casi ogni 100mila abitanti: le uniche Regioni sotto la soglia sono Basilicata, Molise, Puglia e Sardegna. Determinanti sono le terapie intensive e i ricoveri in area medica, ancora sotto la percentuale d’allarme.

Come riporta “FanPage.it”, gli ultimi dati diffusi evidenziano questa situazione:

Abruzzo: 6% terapia intensiva, 6% area medica
Basilicata: 1% terapia intensiva, 7% area medica
Calabria: 5% terapia intensiva, 12% area medica
Campania: 4% terapia intensiva, 8% area medica
Emilia Romagna: 4% terapia intensiva, 5% area medica
Friuli Venezia Giulia: 11% terapia intensiva, 13% area medica
Lazio: 7% terapia intensiva, 9% area medica
Liguria: 3% terapia intensiva, 5% area medica
Lombardia: 3% terapia intensiva, 7% area medica
Marche: 8% terapia intensiva, 6% area medica
Molise: 3% terapia intensiva, 1% area medica
Provincia autonoma di Bolzano: 8% terapia intensiva, 13% area medica
Provincia autonoma di Trento: 3% terapia intensiva, 3% area medica
Piemonte: 4% terapia intensiva, 5% area medica
Puglia: 4% terapia intensiva, 6% area medica
Sardegna: 4% terapia intensiva, 3% area medica
Sicilia: 6% terapia intensiva, 9% area medica
Toscana: 6% terapia intensiva, 5% area medica
Umbria: 6% terapia intensiva, 5% area medica
Valle d’Aosta: 0% terapia intensiva, 8% area medica
Veneto: 6% terapia intensiva, 4% area medica
Le Regioni a rischio zona gialla da lunedì 22 novembre

Regioni a rischio zona gialla

Diverse sono le Regioni molto vicine alle soglie della zona gialla, 10% per le terapie intensive e 15% per l’area medica, ma nessuna le ha ancora superate, ragion per cui l’Italia è rimasta ancora in zona bianca. La zona che desta maggiore preoccupazione è il Friuli Venezia Giulia, che oltre ad avere un’incidenza che sfiora i 300 casi settimanali per 100mila abitanti, ha superato il limite nelle terapie intensive, arrivando all’11%, ed è vicino a quello delle aree mediche, essendo al 13%. Se questo valore dovesse superare il 15% entro giovedì, da lunedì prossimo la Regione sarebbe in zona gialla. Da tenere sotto controllo anche la Provincia di Bolzano, dove il livello di incidenza è ancora più alto, ma gli ospedali sono ancora più o meno sotto controllo: 8% in terapia intensiva e 13% in area medica. Da segnalare anche le Marche, con terapie intensive all’8%, e la Calabria, con le aree mediche al 12%.

Secondo gli ultimi dati epidemiologici, inoltre, tra due settimane 5 regioni potrebbero superare la soglia del tasso di incidenza settimanale di 250 casi per 100mila: si tratta di Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Valle d’Aosta, Liguria e la provincia autonoma di Bolzano. Altre 8 avranno un’incidenza sopra i 150 casi per 100mila.

 

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