Prima il bluff, poi la confessione. Stando alla testimonianza di una residente del condominio in cui abitava Martina Carbonaro, anche Alessio Tuccio, l’ex fidanzato della giovane – poi rivelatosi essere il suo assassino – avrebbe partecipato alle ricerche della 14enne scomparsa. «Ho visto quel ragazzo che, assieme ai genitori di Martina, cercava la ragazza scomparsa», ha raccontato Giusy, vicina di casa della vittima.
Afragola, omicidio di Martina: l’ex ha partecipato alle ricerche. Incastrato da impronte e telecamere
Poche ore dopo, il 19enne è stato fermato dai carabinieri. Le indagini, supportate dall’analisi delle immagini di alcune telecamere, hanno permesso di smascherare il suo tentativo di depistaggio: quella partecipazione alle ricerche si è rivelata un bluff, scoperto grazie a una serie di riscontri incrociati.
Come spiega l’Ansa, la confessione è arrivata nella notte, intorno alle 2.30. Inizialmente, il giovane – assistito dall’avvocato Mario Mangazzo – si è mostrato titubante, cadendo in più contraddizioni durante l’interrogatorio, soprattutto in merito ai suoi spostamenti, poi smentiti dalle immagini di videosorveglianza. Sottoposto alle contestazioni circostanziate del pubblico ministero, è infine crollato: in lacrime, ha ammesso il delitto.
Un ruolo determinante nell’inchiesta lo hanno avuto anche le impronte trovate sull’armadio dove è stato rinvenuto il corpo di Martina. Proprio ieri sera, la madre di Martina, in un appello pubblico, aveva raccontato che la figlia si era incontrata con il suo ex fidanzato e che da quel momento, dalle 20 e 30 di lunedì sera, non era più stato possibile mettersi in contatto telefonico con lei perché lo smartphone risultava spento.
L’ultima foto di Martina
C’è un fotogramma che immortala Martina mentre percorre gli ultimi metri prima di raggiungere il luogo dell’appuntamento che le costerà la vita. In viale San Francesco un negozio riprende la 14enne che si sta dirigendo verso via Catania, nei pressi dell’edificio abbandonato dove ad attenderla c’è Alessio Tucci. Un chilometro circa separa il punto in cui la vittima è stata fotografata dal palazzo diroccato. Poi l’incontro, la lite furiosa e l’omicidio a colpi di pietre. Una lapidazione in piena regola. Proprio le immagini delle telecamere della zone sono state fondamentali per ricostruire tutti gli spostamenti della 14enne e del 19enne e smascherare l’assassino.