Emergono nuovi dettagli sulla bomba esplosa nella notte tra il 9 e il 10 agosto scorsi ad Afragola. Diffuse, le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona che hanno ripreso gli attimi dell’esplosione.

Solo pochi secondi bastano per innescare una bomba carta e provocare danni ingenti. Dalle immagini si vedono in lontana arrivare in scooter i due attentari. Uno di loro, sceso dalla sella, si avvicina al portone designato per la deflagrazione e, in pochi secondi, innesca la bomba. Mentre il complice si è già dileguato a bordo dello scooter, quello che ha posizionato la bomba si allontana velocemente a piedi, poco prima che si verifichi l’esplosione.

È in quel momento che un ragazzo, ripreso in primo piano mentre parla al cellulare in sella alla sua bicicletta, si defila in fretta spaventato, mentre due uomini, probabilmente residenti della zona, udita la grossa esplosione, scendono in strada per vedere cosa sia accaduto. Erano da poco passate le 11 e 30 di sera, solo per un caso non si è evita la tragedia. La bomba carta è stata infatti posizionata in via pio la torre, zona residenziale ma frequentata sia a piedi che in auto.

L’unico ferito è invece risultato un inquilino dello stabile, Pasquale Polito, che per scappare e portare la sua famiglia in salvo si è ferito alla gamba. Lo stesso Polito ai nostri microfoni ha affermato di non avere dubbi sulla matrice dell’attentato: un atto intimidatorio viste le sue passate denunce per estorsioni. L’imprenditori afragolese si è detto abbandonato dallo Stato e dalle istituzioni. Ugualmente abbandonata lamenta essere la titolare del negozio “mille idee” – adiacente il palazzo colpito e che – come  il negozio per parrucchieri di fronte ha anch’esso subito danni. 

A stranire i cittadini è sicuramente anche il silenzio della politica. Al momento, infatti, nessuna reazione, messaggio di condanna o solidarietà è arrivato da parte dei candidati sindaci della città a nord di Napoli che andrà al voto il prossimo ottobre. Solo poche ore prima il dibattito politico si era acceso per l’accusa, da parte di PD ed Europa Verde, di aver inserito persone legate direttamente o indirettamente ai clan nelle liste del polo di centro. 

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