“Il primo furto risale al 2023, stessa dinamica, ma allora sfondarono la porta per entrare. È davvero faticoso lavorare in queste condizioni. Via Dante Alighieri è una stradina buia, senza controlli. Qui le istituzioni sono assenti”. A esprimere tutta la sua amarezza è Francesco Campaniello, titolare del ristorante “Primo Sushi” di via Dante Alighieri, traversa di viale Kennedy ad Aversa, dopo l’ennesimo furto subito. Negli ultimi due anni, infatti, i ladri hanno preso di mira la sua attività per ben tre volte. L’ultimo episodio si è verificato all’alba di ieri, poco dopo le 5 del mattino.
In azione quattro malviventi, giunti a bordo di una Smart. Due di loro, con volto coperto e torce in testa, si sono introdotti nel locale dopo aver forzato l’ingresso verosimilmente con un piede di porco, mentre un terzo faceva da palo e il quarto restava in auto, pronto per la fuga. I segni dell’effrazione sono ancora ben visibili sulla porta d’ingresso.
Le fasi del raid, durato circa 30 secondi, sono state immortalate dalle telecamere di videosorveglianza. Nei filmati si vede chiaramente uno dei ladri afferrare la cassa automatica, del valore di circa 6mila euro, che però conteneva soltanto 35 euro. Poco dopo, il complice sradica il cassetto fiscale e porta via anche un iPad, mentre gli altri due restano all’esterno. Prima di allontanarsi, i malviventi che erano all’interno rubano due bottiglie di vino pregiato, per un valore di 15mila euro.
Ad Aversa, ormai, i furti si verificano con una certa frequenza: non solo ai danni di attività commerciali, ma anche di auto e abitazioni. Una situazione insostenibile, che da tempo spinge residenti e commercianti a chiedere maggiori controlli e sicurezza in città. “La situazione non è molto diversa da quella che si registra in altri punti della città. Nei pressi dell’ospedale, se parcheggi l’auto rischi di ritrovartela danneggiata o depredata. A me è capitato – spiega ancora il titolare – così come è capitato che alcuni clienti, cenando da noi, si siano ritrovati con la macchina sfondata dopo averla lasciata di fronte al locale. Lanciare un appello alle istituzioni? Lascia il tempo che trova”, conclude l’imprenditore.
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