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Caritas Aversa accoglie 100 bambini e adolescenti ucraini di Caritas Spes Odessa: 15 giorni di pace, gioco e speranza

old wild west

AVERSA.  Ieri, 1° luglio, Caritas Aversa ha accolto ufficialmente 100 tra bambine, bambini e adolescenti ucraini provenienti da Caritas Spes Odessa, arrivati in Italia per partecipare al campo estivo solidale nell’ambito del progetto nazionale “È più bello insieme 2025”, promosso da Caritas Italiana con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e in collaborazione con le ACLI.

I giovani ospiti, provenienti da una delle regioni ucraine più colpite dal conflitto, resteranno ad Aversa fino al 15 luglio per un’esperienza di quindici giorni all’insegna della spensieratezza, della socializzazione e della speranza.

Il soggiorno prevede un programma ricco di attività educative, ricreative e culturali, tra cui:

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● Visite guidate nel centro storico di Aversa, per conoscere la storia e la bellezza della città ospitante;
● Giornate al mare presso il Lido Il Gabbiano, momenti fondamentali per il benessere psicofisico dei bambini;
● Laboratori creativi e attività di animazione, organizzati dagli operatori e volontari di Caritas;
● Una visita speciale alla Reggia di Caserta, sabato 5 luglio, occasione unica per meravigliarsi e sentirsi accolti nella cultura italiana;
● Incontri istituzionali e momenti di festa con la comunità, come il flash mob previsto per sabato 12 luglio, simbolo di amicizia e solidarietà.
Il progetto “È più bello insieme”, avviato nel 2022 come risposta alla crisi ucraina, offre anche quest’anno un’estate di serenità a circa 600 minori e accompagnatori in 10 diocesi italiane, grazie a un grande lavoro di rete che unisce Caritas Italiana, Caritas locali, Caritas Ukraine, Caritas Spes, l’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede e la Nunziatura apostolica in Ucraina.

Don Carmine Schiavone, direttore di Caritas Aversa, sottolinea come “accogliere questi bambini è un dovere morale e un gesto di pace concreto. Vogliamo offrire loro non solo riposo e divertimento, ma anche la possibilità di riscoprire la fiducia nell’altro”. Come ha ricordato il Cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, “è l’accoglienza che allarga il cuore e diventa testimonianza di una rinnovata cultura di pace.”

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