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Rapina da 30mila euro a Pontinia, si costituisce rapinatore di Giugliano

alessandro cante rapinatore giugliano
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Alessandro Cante, ventitrenne di Giugliano, era latitante da ormai sei mesi, condannato per aver commesso una rapina di oltre 30 mila euro a Pontinia; di lui si era persa ogni traccia dopo che il pubblico ministero presso il tribunale di Latina aveva emesso nei suoi confronti un ordine di carcerazione pari ad anni due e mesi otto di reclusione. Ieri il giovane ha deciso spontaneamente di costituirsi presso la casa circondariale di Bellizzi irpino.

Rapina da 30mila euro a Pontinia, si costituisce rapinatore di Giugliano

Erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione “San Gennaro”, condotta dalla Squadra Mobile di Latina, che, a ottobre 2020, portò agli arresti di due dei 4 rapinatori considerati i “trasfertisti” che da Giugliano erano andati in provincia di Latina per commettere una violenta rapina in gioielleria. Si è celebrato innanzi al GUP del Tribunale di Latina il processo con il rito abbreviato a carico dei 4 imputati.

Due assoluzioni, per D’Ausilio Andrea, classe 2000, difeso di fiducia dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, e per Luigi Di Nardo, classe 2000, difeso di fiducia dall’avvocato Antonio Peluso del Foro di Napoli Nord. Due invece le condanne: Giovanni Moccia, difeso dall’avvocato Andrea Ercolani del Foro di Roma e giudicato col rito abbreviato, che ha rimediato 4 anni, e per il 23enne Alessandro Cante che ha ottenuto il patteggiamento a 3 anni ed 8 mesi, difeso dall’avvocato Luigi Poziello. Cante però si era reso irreperibile fino a quando, ieri, non ha deciso di costituirsi spontaneamente presso il carcere campano di Bellizzi.

La rapina

La rapina risale al 28 maggio 2020 e fu messa a segno presso una gioielleria a Pontinia. I rapinatori, col volto travisato da mascherine chirurgiche e cappellini con visiera, avevano aggredito con efferata violenza il proprietario dell’esercizio commerciale e sua moglie, accoltellando l’uomo alle spalle e picchiando la donna, per poi trafugare un bottino costituito da diamanti ed oggetti in oro, del valore complessivo di 30.000 euro circa. Poco dopo, i banditi si erano alla fuga utilizzando un’autovettura con targhe rubate.

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