Di Diego Armando Maradona tutti ricordano le gesta sportive. Ma anche il gran cuore. Il numero 10 più famoso nella storia del calcio era nato in un quartiere povero, non aveva mai nascosto le sue umili origini. Forse anche per questo si mostrava spesso generoso e solidale con i più bisognosi.

Il racconto di Bennato: “Maradona regalava soldi nelle cucine”

Sono tanti gli episodi che hanno consacrato Maradona nell’immaginario collettivo. L’anedottica sul suo conto è ricca di spunti. Tra i tanti c’è quello raccontato ieri, in occasione della morte, dal cantante Eduardo Bennato. “Diego ha sempre giocato al calcio per divertirsi. Si considerava fortunato, privilegiato e sempre in debito con tutti, e istintivamente era portato a difendere i più deboli… e con l’istinto ‘animalesco’ riconosceva subito i marpioni, gli approfittatori del baraccone del calcio, tipo Blatter”.

Poi il racconto: “Si fidava ciecamente e istintivamente di Gianni Minà. Una volta in un ristorante a Roma (dove pranzarono insieme, ndr) lo vidi allontanarsi. Lo ritrovai nelle cucine che distribuiva biglietti da cinquantamila lire ai cuochi e ai lavapiatti“.

Gli altri episodi

Ma le storie sulla generosità del Pibe de Oro si sprecano. Un’altra storia lo vuole alle prese con l’ex presidente del Napoli, Corrado Ferlaino. Si impuntò perché non era stato pagato il premio-partita a due ragazzini della primavera. Aspettò il presidente nel suo ufficio e quando arrivò lo obbligò a versare i soldi per i due giocatori più piccoli. Ferlaino non gli seppe dire di no. Più celebre infine l’episodio di Acerra: nel 1985, accettò, anche contro il volere della società, di giocare in un campo di fango ad Acerra per fare beneficenza e raccogliere fondi destinati a un bambino malato.

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