SPAGNA – Cresce l’ansia per Julen, oggi si saprà se il piccolo di 2 anni è vivo o morto. Quella del bambino è una storia che ha sconvolto lo scenario mondiale, è caduto in un pozzo stretto 25 centimetri e profondo 100 metri d’altezza mentre una domenica qualunque, stava passeggiando allegramente sul terreno degli zii in gita nel paese di Totalán, un municipio a 22 chilometri da Malaga, uno dei più piccoli della provincia andalusa con appena 700 abitanti.

Una giornata di festa finita in tragedia, è da una settimana che tutti i servizi di emergenza, pompieri, protezione civile, corpi specializzati della Guardia Civil stanno effettuando le operazioni di salvataggio per cercare di estrarre il bambino dal profondo pozzo. In particolare, i soccorritori stanno scavando un tunnel parallelo al pozzo dove è caduto il bimbo. Operazioni rese però difficili dalla presenza di strati di roccia dura, che hanno rallentato i lavori.

A dare l’allarme è stata una turista che si trovava nei paraggi mentre faceva trekking. I genitori di Julen, Victoria García e José Roselló, sono assistiti dagli psicologi. Nel 2017, si apprende, hanno già perso un altro figlio di tre anni, stroncato da un infarto improvviso. Tutt’attorno, gli abitanti di Totalán e quelli della zona interessata più concretamente, organizzano l’accoglienza, cucinano, accompagnano, lasciano le loro case aperte.

Le speranze sono ancora forti. I soccorritori, infatti, sperano di trovarlo ancora in vita, dicono che si può resistere fino a dieci giorni in quelle condizioni, dipende da tanti fattori soggettivi e ambientali. Il costruttore del pozzo, Antonio García, assicura di averlo lasciato chiuso con una pietra e che in origine aveva un diametro più piccolo, poi allargato ed abbassato un mese fa.

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