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Stupro a Caivano, don Patriciello: “Nessuno può lavarsi le mani”

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Quando accadono “queste storie nessuno può lavarsi le mani e dire: io non c’entro”. Sono parole dure quelle pronunciate da don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa del Parco Verde di Caivano, dinanzi a poche decine di fedeli durante l’omelia celebrata nella giornata di ieri.

Stupro a Caivano, don Patriciello: “Nessuno può lavarsi le mani”

Dopo la vicenda della violenza ai danni due bambine il prete ha chiamati tutti alla corresponsabilità. “Quando vediamo nel tempo  qualcosa che non va ci voltiamo dall’altra parte pensando che è meglio che ci facciamo i fatti nostri”, ha detto don Patriciello.

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Poi ha parlato delle emergenze del quartiere ma anche della voglia di riscatto di tanti che risiedono a Caivano. Durante la messa don Patriciello ha chiamato accanto a sè un ragazzino che insieme ad altri quattro, con il sacerdote, fu ricevuto dal Presidente della Repubblica. E quel ragazzo dinanzi a Mattarella raccontò che ogni mattina per raggiungere la scuola, scendendo da casa, doveva superare cinque piazze di spaccio.

L’invito a Meloni

Don Patriciello ha fatto sapere di aver scritto al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendole di venire a Caivano. “Stamattina ho scritto alla premier Giorgia Meloni invitandola qui da noi” ha raccontato il prete. “Siamo pronti ad accoglierla – sottolinea il sacerdote – non bisogna lasciare soli i bambini di questo quartiere”. È un “clima di morte e di deserto”.

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