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Starbucks in arrivo a Napoli. Dopo l’annuncio dell’apertura di un punto vendita all’Outlet La Reggia a Marcianise, la multinazionale del caffé sta per aprire un punto vendita anche all’ombra del Vesuvio, precisamente nella Galleria Umberto. La trattativa è in fase avanzata e a breve dovrebbe essere chiuso il contratto tra società e proprietari dei locali dal lato di Santa Brigida. Una sfida senza precedenti per il caffé americano, che cercherà di aprire una breccia nella abitudini dei napoletani, gelosi del loro caffé e del loro modo di berlo.

Starbucks a Napoli: in dirittura d’arrivo punto vendita alla Galleria Umberto

Come anticipa Il Mattino, due i colossi interessati a occupare circa 1600 metri quadri dei locali della Galleria Umberto: Mondadori e Starbucks. Mentre però il colosso dell’editoria nazionale starebbe per fare un passo indietro, complice il crollo delle vendite e la crisi del settore librario, la multinazionale americana è invece interessata ad aprire un punto vendita a Napoli. Tuttavia ha posto alcune condizioni: decoro e ordine pubblico. Durante i i sopralluoghi notturni, infatti, i dirigenti Starbucks hanno notato la situazione di degrado in cui versa la zona e in particolare la presenza massiccia di clochard proprio davanti a quelle che dovranno diventare le vetrine del nuovo negozio.

Il pool di legali del brand americano intanto sta studiando i contratti. Se l’affare dovesse andare in porto, ne beneficierebbe, oltre all’economia della città per i posti di lavoro e l’indotto, anche la sicurezza della Galleria Umberto: Starbucks infatti sarebbe disposto ad affinciare Intesa San Paolo e Aicast nel pagamento delle spese della vigilanza notturna. Toccherà adesso al Comune riscattare la Galleria dalle condizioni di degrado in cui versa da troppo tempo, affrontando il problema degli homeless e dando una possibilità agli imprenditori che vogliono rilanciare la zona.

Sfida al caffé napoletano

Dopo l’apertura all’Outlet La Reggia, la catena del caffé più popolare in America potrebbe sbarcare a Napoli, sfidando i pregiudizi di una cultura secolare che ha fatto della “tazzulella di café” uno dei simboli della propria tavola. Una scelta, quella del brand statunitense, che riflette anche la nuova anima turistica di una città ansiosa di competere con le altre capitali del mondo sul pian degli investimenti internazionali.

Tradizione e innovazione sono il binomio con cui Napoli dovrà imparare a convivere se vuole scrollarsi di dosso l’etichetta di metropoli “passatista”, incapace di aprirsi alle sfide globali e di adeguare i propri servizi e i propri standard sociali ai grandi flussi turistici che la stanno interessando.

 

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