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La musica italiana – o buona parte di essa – sparirà da Facebook e Instagram. Colpa del mancato accordo tra Meta la Siae, la principale società che gestisce il diritto d’autore delle opere musicali in Italia. I due partner commerciali infatti non hanno trovato un’intesa economica per rinnovare l’accordo di licenza che era scaduto il 1° gennaio 2023.

Mancato accordo tra Siae e Meta, sparisce la musica italiana dai social

Diventeranno più povere le nostre storie social. Non sarà più possibile condividerle col sottofondo della musica dei nostri cantanti preferiti iscritti alla Siae. Facebook e Instagram – i due principali social gestiti da Meta – non risuoneranno più delle note di Pino Daniele, Rocco Hunt o Andrea Sannino.

Il discrimine tra cantanti che continueranno a comparire nella libreria delle canzoni Meta e quelli che non ci saranno più è l’iscrizione dell’autore alla Siae. E se così Gigi D’Alessio sarà ancora presente nelle nostre storie musicali, non avverrà così per quasi tutti gli altri più importanti artisti della scena musicale campana.

I cantanti napoletani che non potremmo più ascoltare

Fuori dal circuito musicale social finiranno Pino Daniele, Massimo Ranieri, Peppino Di Capri, Andrea Sannino, Rocco Hunt, Clementino, Mario Forte, Luchè, Sal Da Vinci, Eduardo Bennato. Microfoni spenti anche per Raiz, reduce dal successo della serie Mare Fuori e i neomelodici Nunzia Coppola, Giusy Attanasio, Franco Ricciardi.  Non sono iscritti alla Siae e dunque continueranno ad apparire con le loro canzoni su Facebook e Instagram Gigi D’Alessio e Gigi Finizio, Emiliana Cantone, Nino D’Angelo.

Un portavoce di Meta ha così commentato la notizia del mancato accordo: «La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e per questo motivo avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale. Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo e continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti». Secca la replica Siae: «Viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla direttiva copyright».

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