E’ possibile da oggi fare domanda per la pensione con le così dette “quota 100” e “Opzione Donna”. Sul sito dell’INPS c’è l’annuncio ufficiale: è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-legge che disciplina questo nuovo accesso al trattamento pensionistico. Perché la misura diventi operativa, sono necessarie altre otto “operazioni politiche” tra decreti, regolamenti e atti ministeriali. Intanto, però, si può già fare la richiesta.

La domanda di pensione può essere presentata attraverso internet, tramite l’accesso ai servizi online del sito INPS, per tutti coloro che sono già registrati sul sito e posseggono il PIN dedicato. La modalità di presentazione delle domande online è utilizzabile da parte dei lavoratori iscritti alle Gestioni private, alla Gestione pubblica e alla Gestione spettacolo e sport, anche al fine di chiedere, per la pensione quota 100, il cumulo dei periodi assicurativi.

Si può fare richiesta anche tramite i patronati e gli altri soggetti abilitati alla intermediazione delle istanze di servizio all’INPS. Oppure, in alternativa, la domanda può essere presentata utilizzando i servizi del Contact center dell’INPS.

Ricordiamo che con la nuova legge, sarà possibile andare in pensione per il periodo 2019-2026 con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi (la cosiddetta “quota 100”), oppure in pensione anticipata e che a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Esprime soddisfazione il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini: “È solo l’inizio di un percorso. Non esauriamo in sette mesi un contratto che ci impegna per cinque anni. Ma oggi è il 29 gennaio 2019 e la legge è qua: sono estremamente felice e orgoglioso. È il coronamento di anni di battaglie. Abbiamo messo un primo mattone sulla Fornero”.

Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro, spiega così gli effetti del decreto legge: “Con questo provvedimento diamo la possibilità, nel triennio 2019-2021, a un milione di persone, di cui 350mila donne, di poter andare in pensione con 62 anni e 38 di contributi, 5 anni prima di quanto avveniva in precedenza. E non si tratta di un provvedimento assistenzialistico ma piuttosto di un intervento che punta a un ricambio generazionale nel mercato del lavoro. Proprio per favorire il ricambio generazionale, il provvedimento prevede il divieto di cumulo di reddito”.

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