rione sanità sfregiate con l'acido retroscena

E’ la zia di 22 anni delle due ragazze sfregiate con l’acido la presunta responsabile del raid avvenuto domenica. Francesca – questo il suo nome – dopo essersi resa irreperibile per alcune ore, la giovanissima sorellastra delle mamma delle vittime, sottoposta a decreto di fermo, si è presentata spontaneamente alla Questura di Napoli e ha fornito dichiarazioni in contrasto con il quadro probatorio acquisito dagli investigatori. Ma l’agguato avvenuto in corso Amedeo di Savoia, nella sera del 30 maggio, sarebbe solo l’ultimo atto di una serie di minacce, insulti e intimidazioni di cui la 22enne si era resa protagonista nelle settimane precedenti.

Sfregiate con l’acido, fermata la zia di 22 anni

Gli investigatori cercano anzitutto di fare luce sul movente. Alla base dell’aggressione ci sarebbero gravi dissidi familiari, inquadrabili nell’ambito di una contesa di natura sentimentale. I contrasti tra la la zia di 22 anni e la nipote di 24 anni, Elena, si sarebbero sviluppati via social, attraverso una serie di post e di commenti con riferimenti a “invidie” e “bugie” che avrebbero alimentato la tensione ed esacerbato gli animi fino all’escalation di questi giorni. E proprio i profili social delle vittime e dell’indagata sono sotto la lente di ingrandimento degli investigatori perché da lì potrebbero emergere elementi chiave per il movente.

Sulla pagina Facebook delle due sorelle appaiono proverbi e frasi che suggeriscono l’esistenza di una querelle in corso:  “Peggio della bugia che ha le gambe corte, c’è l’invidia che ha la lingua lunga”. E ancora: “lingua lunga ma di bugie… precisiamo”. Altro post apparso domenica pomeriggio, poco prima del raid: Quello che odiano di te è perché manca a loro”. Oppure: “La gente vive di cattiveria, soffre di invidia e sputa veleno”.

Smart a fuoco

Le indagini condotte dalla Polizia e coordinate dalla Procura hanno fatto luce anche sul passato dei protagonisti della vicenda e su precedenti episodi di violenza messi a segno ai danni delle vittime. Prima del raid di domenica, infatti, tre settimane fa, la Smart in uso alle due sorelle di 17 e 24 anni, Elena e Federica, sarebbe stata data alle fiamme. Un dispetto o una vendetta, da inquadrare nel clima dei contrasti familiari in corso. Non si esclude che dietro questo raid incendiario ci siano le stesse persone che abbiano poi ustionato le ragazze con il liquido corrosivo. A ciò si aggiunge una storia di abusi sessuali che vedrebbe coinvolte le due sorelle.

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