Salvatore Giordano

Due dei cinque imputati nel processo d’appello relativo alla tragedia della Galleria Umberto I di Napoli, avvenuta il 5 luglio 2014, hanno scelto di rinunciare alla prescrizione. Il tragico evento causò la morte di Salvatore Giordano, 14 anni, originario di Marano, che perse la vita in ospedale a causa dell’impatto di un frammento di un fregio staccatosi dal monumento, che lo colpì alla testa.

Napoli, Salvatore ucciso da crollo in Galleria: due imputati rinunciano alla prescrizione

Dopo il processo di primo grado, che si è tenuto il 19 settembre 2022, la famiglia del giovane, assistita dall’avvocato Sergio Pisani, ottenne la condanna di cinque imputati, tra cui alcuni dipendenti comunali, e una sentenza di assoluzione.

Durante la prima udienza del processo d’appello, tenutasi ieri, due degli imputati, Franco Annunziata (dipendente comunale) ed Elio Notarbartolo (amministratore del condominio coinvolto nell’incidente), hanno deciso di rinunciare alla prescrizione.

Gli altri imputati apparsi davanti ai giudici della prima sezione sono Mariano Bruno, amministratore dello stesso condominio, Marco Fresa e Giovanni Spagnuolo, quest’ultimo dirigente comunale all’epoca dei fatti.

Dieci anni dalla tragedia

Di recente, l’avvocato della famiglia Giordano, Sergio Pisani, in vista del decennale della tragedia, ha inviato una lettera al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Nella missiva, Pisani chiede al sindaco di valutare l’opportunità di “installare sul luogo dell’accaduto una targa o un altro simbolo in memoria della giovane vittima, che funga anche da monito perché eventi del genere non si ripetano mai più, iniziative intraprese in questi giorni per il giovane Giovanbattista Cutolo”.

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