Protesta anti-ordinanza nel cuore di Napoli. Ieri sera, dieci esercizi commerciali tra bar, enoteche e locali notturni hanno deciso di abbassare le serrande. A partire dalle 22, i gestori delle attività situate nella zona interessata dall’ordinanza comunale del 4 novembre firmata da Gaetano Manfredi hanno scelto di non aprire i propri locali, aderendo a una manifestazione collettiva.
Napoli, ordinanza anti-caos: protestano i locali notturni. Ieri serrande abbassate nel centro
«Una decisione comune per mostrare cosa significa davvero spegnere un intero quartiere», spiegano in un comunicato. L’ordinanza emanata dal Comune, accogliendo le richieste di maggiore tranquillità avanzate dai residenti stanchi dei continui schiamazzi, coinvolge le attività di vico Quercia, vico II Quercia, via Nina Moscati, via Cisterna dell’Olio, vico II e III Cisterna dell’Olio e via Domenico Capitelli. Essa impone, fino al 6 gennaio, il divieto di vendita per asporto di bevande alcoliche e analcoliche dalle 22 alle 6, la chiusura anticipata dei locali (alle 00:30 da domenica a giovedì, e alle 1:30 il venerdì e il sabato, con mezz’ora aggiuntiva solo per la sistemazione), la riapertura non prima delle 6 del mattino, oltre a un rafforzamento dei controlli e a nuove verifiche sul rumore prodotto.
Da qui lo stop volontario delle attività. «Comprendiamo il diritto dei residenti a riposare – affermano i titolari – ma questo provvedimento non risolve il problema. È l’ennesima misura tampone che non affronta le cause reali del disagio. Limitare solo alcune strade è ingiusto e non eliminerà né rumore né affollamenti: semplicemente li sposterà in altri punti della città, peggiorando la situazione generale». Gli operatori chiedono quindi al sindaco Gaetano Manfredi di rivedere subito l’ordinanza e di avviare con urgenza un tavolo di confronto, con l’obiettivo di individuare soluzioni più efficaci e sostenibili, come controlli mirati contro l’abusivismo e incentivi a interventi di insonorizzazione.








