Dopo il Colosseo e prima di Pompei, è diventato uno dei luoghi più visitati d’Italia: Largo Maradona, nel cuore dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Ma da ieri, l’iconico spazio dedicato al Pibe de Oro è stato sequestrato. Un blitz della Polizia Municipale ha portato alla chiusura dell’area. Centinaia di turisti sono rimasti fuori dai cancelli, delusi, smartphone in mano, senza poter accedere al piccolo altare votivo dove da anni si accumulano magliette, sciarpe, oggetti, ricordi.
Napoli, blitz della Polizia Municipale e sequestro ai Quartieri: per protesta chiude Largo Maradona
Le forze dell’ordine hanno sequestrato tutto: chioschi, bancarelle, gadget, cimeli, doni fatti negli anni da tifosi, campioni e celebrità. È stata coperta anche la cappella, diventata nel tempo un vero luogo di culto laico, simbolo di un legame che va ben oltre il calcio. Per il titolare di un locale in via De Deo, all’esterno di Largo Maradona, è scattata anche una denuncia per furto di energia elettrica.
Resta visibile solo il grande murale alto sei metri, divenuto un’icona dei Quartieri e della città stessa. È l’unico scorcio rimasto per i turisti che ogni giorno raggiungono questo angolo di Napoli. Almeno sino a ieri, questa mattina per protesta anche la raffigurazione è stata coperta. Nell’operazione sono finiti nel mirino anche due carretti e due attività commerciali abusive, tutte prive delle autorizzazioni necessarie. Per ognuna sono scattate sanzioni da cinquemila euro.
Nel pomeriggio, però, è arrivato un messaggio social da parte del bar che gestisce l’area: “Largo Maradona non è stato chiuso dalla Municipale. È stata una nostra scelta, nel rispetto delle regole”. A questo messaggio si stanno accodando tanti altri appelli dei commercianti del posto che chiedono aiuto al sindaco. Una vicenda che che ha acceso un forte dibattito in città tra napoletani, turisti e commercianti.