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Antonietta Gargiulo, originaria di Melito di Napoli, è ancora in stato di coma farmacologico presso l’ospedale San Camillo di Roma dopo la strage di Cisterna di Latina in cui sono morte le figlie, entrambe uccise dal marito Luigi Capasso.

L’uomo, appuntato dei carabinieri in servizio alla stazione di Velletri, dopo un periodo difficile di crisi coniugale dovuto alla gelosia, aveva preso la drammatica decisione di sterminare la sua famiglia utilizzando la pistola di ordinanza. Il suo gesto è stato premeditato, come dimostrato anche dai post pubblicati su facebook prima della strage: l’uomo aveva pianificato l’uccisione delle due figliolette, Martina e Alessia, 7 e 13 anni, e il suo suicidio.

Prima di ammazzare le piccole, però, ha ferito gravemente la moglie esplodendo contro di lei tre colpi di pistola alla mandibola, spalla e addome. Antonietta è ancora in stato di forte sedazione. Sedazione necessaria poiché il quadro clinico e psicologico della donna non consente di avvicinarla alla conoscenza della tragica verità. Le sue condizioni di salute, infatti, non le permetterebbero di reggere a uno choc emotivo come la scoperta della morte delle figlie. Eppure oggi, secondo quanto riporta “Chi L’Ha Visto?”, potrebbe essere risvegliata dai medici, che a quel punto potrebbero informarla di quanto successo.

“Mio fratello già stava andando dallo psicologo perché aveva quella mania della gelosia verso sua moglie – spiega Gennaro Capasso, fratello dell’assassino intervistato telefonicamente durante la trasmissione “Funanboli” su Radio24 – i superiori hanno accettato la relazione di questo psicologo e lo hanno ritenuto idoneo”.

Secondo quanto riportato dal familiare, Gennaro Capasso soffriva perché non poteva vedere le sue bambine: “Nessuno può parlare male di lui oltre che il gesto che ha compiuto è quel gesto – così lo ha definito – non doveva farlo”. L’uomo, cognato della Gargiulo, ha anche augurato ai familiari di lei una rapida guarigione: “Speriamo tutti che ce la faccia. Secondo voi noi vedevamo mio fratello in difficoltà e non facevamo nulla? La situazione che si era creata gli aveva creato forti disagi…doveva smettere di fare quello, doveva stare tranquillo, rifarsi una vita. Non ce l’ha fatta, che ci posso fare… – conclude – ma dire che era cattivo o che picchiava moglie e figlie non è vero. Le figlie adoravano il padre, stavano sempre con il padre, era un genitore amorevole, non avevano per niente terrore di mio fratello”.

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