“Sei brutto… vuoi vedere che ti faccio piangere… questo è proprio scemo… mostro… sei la morte.” Parole agghiaccianti, rivolte non a dei coetanei in un litigio tra adolescenti, ma a bambini di pochi anni.
Maestra violenta a Marano. Bimbi costretti a vomitare nella zaino, insultati e picchiati
A pronunciarle, una maestra della scuola dell’infanzia “Ranucci”, ora sospesa per 12 mesi a seguito di un’indagine dei Carabinieri di Marano di Napoli. Un provvedimento emesso dal Gip di Napoli Nord su richiesta della Procura, guidata dalla procuratrice facente funzioni Anna Maria Lucchetta.
L’indagine è scaturita dalle denunce presentate da tre madri – due bambine e un bambino – allarmate dai malesseri fisici ed emotivi che i loro figli stavano manifestando. Sintomi che avevano insospettito i genitori, spingendoli a rivolgersi alle forze dell’ordine.
Le immagini acquisite dai Carabinieri
I carabinieri, con l’autorizzazione della magistratura, hanno installato una telecamera nascosta nell’aula frequentata dalla docente. Le immagini acquisite non lasciano spazio a dubbi: si tratta di veri e propri “film dell’orrore”, come li definiscono gli inquirenti. La maestra insulta, minaccia e strattona i piccoli. In un episodio particolarmente scioccante, arriva a minacciare di non farli più rivedere ai genitori se non avessero finito il pasto. A chi mostrava segni di nausea, veniva ordinato di vomitare nello zainetto per “nascondere il cibo”.

Il materiale video, ora agli atti dell’inchiesta, documenta una quotidianità scolastica trasformata in incubo: bambini afferrati per le magliette, strattonati, sbattuti con violenza su banchi e sedie, derisi e umiliati davanti ai compagni. Offese reiterate, atteggiamenti intimidatori e minacce, incompatibili con qualsiasi contesto educativo e in netto contrasto con il ruolo di responsabilità, cura e tutela affidato alla docente.
Le indagini proseguono per ricostruire l’intero quadro e verificare se altri minori abbiano subito episodi simili. Intanto, la donna è stata interdetta dall’insegnamento per un anno.
Il Ministero dell’Istruzione, informato dei fatti, ha avviato un procedimento disciplinare interno. Intanto, sul fronte giudiziario, si attende la definizione delle indagini preliminari per valutare eventuali misure più severe.