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Via Celario è una stradina di Casamicciola che si inerpica sul Monte Epomeo. E’ una via tortuosa, che parte da via Montecito per poi svilupparsi a diversi metri di altezza sul livello del mare, con una vista mozzafiato, sfidando quell’enorme vulcano quiescente che all’alba di sabato ha sputato una colata di detriti e fango. Ed è in questa stradina che hanno trovato la morte i bambini della strage di Ischia: Maria Teresa, 6 anni, Francesco, 11 anni, Michele, 15 anni, e Giovan Giuseppe. L’ultimo un neonato nato il 4 novembre scorso.

Ischia, Maria Teresa uccisa dal fango sotto a letto: le ultime ore di vita dei bimbi di via Celario

Non sapremo mai com’è andata davvero. Ma possiamo provare a immaginarlo. Alle 5 di sabato 6 novembre, sotto una pioggia incessante, un pezzo di montagna si stacca e travolge le citazioni di via Celario. In una di quelle case dormono due famiglie. La prima è composta da Gianluca Monti, Valentina Castagna e i figli Maria Teresa, Francesco e Michele. La più piccola è Maria Teresa, 6 anni. Quando i soccorritori la trovano, indossa ancora un pigiamino rosa. Il corpo giace sotto al letto, sfigurato dal fango. Forse, come tutti i residenti della zona, la bimba ha sentito quel boato che somigliava a un terremoto, di fretta e furia si è accucciata sotto al materasso per trovare rifugio prima che la frana la inghiottisse per sempre.

Sui social sono tantissime le foto caricate dalla mamma, che la mostra sorridente, con gli occhiali, mentre addenta un panino in spiaggia o simula una posa da donna più grande. Con lei è morto il fratello di 11 anni, Francesco. Non sappiamo se fosse con la sorella o se dormisse in un’altra stanza. Quei secondi sono seppelliti insieme al fango e non verranno mai fuori dall’ammasso di macerie. Ritrovata poco fa, nella mattina del 28 novembre, anche la salma di Michele, il fratello maggiore, 15 anni.  Risultano invece ancora dispersi i genitori, Gianluca, noto tassista dell’isola, famoso per la sua solarità e le battute sempre pronte, e la moglie Valentina. Ma le possibilità di ritrovarli vivi, in mezzo alle macerie seccate dal sole di fine novembre, sono ormai ridotte al lumicino.

Giovanni Giuseppe aveva 21 giorni

L’altra famiglia di via Celario distrutta dal fango è quella di Maurizio Scotto e Giovanna Mazzella, 30 anni lei e 32 lui. Una giovane coppia che aveva accolto tra le sue mura Giovan Giuseppe, lo scorso 4 novembre. Lavoratore stagionale, Maurizio aveva da pochi giorni smesso di lavorare e si stava amorevolmente dedicando anima e corpo a Giovan Giuseppe. «Un bravissimo ragazzo, adorabile e dai modi gentili. Ha lavorato per noi alcuni anni e poi ha cambiato lavoro. Che tragedia», dice a il Mattino Nadia Germani, proprietaria del ristorante Giardini Eden alla baia di Cartaromana. Il corpicino senza vita del neonato è stato ritrovato ieri dai soccorritori impegnati a scavare anche a mani nude nel fango che ha seppellito l’abitazione di via Celario.

Insieme a lui i Vigili del Fuoco hanno estratto dalla macerie anche dei peluche, che lo hanno simbolicamente accompagnato il piccolo nel suo ultimo, prematuro viaggio terreno. Dopo il dolore, dopo il ritrovamento di tutte le vittime di questa strage, sarà il tempo delle responsabilità e della giustizia. Molte abitazioni di Casamicciola, comprese quelle di via Belario, sono state costruite abusivamente. Non dovevano essere lì, quando la furia della montagna si è abbattuta sulla cittadina ischitana.

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