Inizia l’ultima settimana di una campagna elettorale assurda, nella quale, ancora una volta, le istituzioni nazionali non hanno avuto rispetto per la nostra città. Lasciare una comunità come la nostra a brancolare nel buio sull’ipotesi di scioglimento è una ferita che ci porteremo dietro a lungo. Una scelta che ha condizionato un’intera campagna elettorale. E lo ha fatto in peggio.
Giugliano inizia l’ultima settimana della campagna elettorale più buia di sempre
Resta però una settimana, e, se possibile, sarebbe il caso di sforzarsi per dare ai cittadini quante più informazioni possibili per andare a votare. Noi lo stiamo facendo con interviste, confronti e con il nostro TG. Questo significa informare: dare la parola e fare domande. Ci sono tanti temi, come al solito, da affrontare, ma penso che i più importanti siano riassumibili in tre grandi questioni:
̀ , . Bisogna capire se questa città vuole dichiarare guerra al clan o continuare a conviverci, come ha fatto sino ad oggi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
. Cosa significa? Significa che a Giugliano lo Stato non rispetta i patti con i cittadini: gli uomini e le risorse destinate a questa città sono la metà della metà di quelli che dovremmo avere. Parlo di dipendenti comunali e forze dell’ordine. È ingiusto.

̀ . Negli anni abbiamo subito una trasformazione che ha reso Giugliano da città di provincia a periferia di Napoli. Oggi non ha un’identità, e presenta tante “zone” che vivono di vita propria, senza mai incontrarsi. Giugliano deve offrire, come tutte le periferie, collegamenti efficienti con il centro di Napoli, ma deve anche essere collegata internamente. Mezzi di trasporto pubblici, parcheggi, piste ciclabili: è su queste cose che possiamo riuscire nell’impresa.
Ci sono tante altre sfide: dalla questione ambientale allo sviluppo della zona mare, dalla possibilità di seguire Napoli nel boom turistico fino all’enorme tema del disagio socio-economico. Tutte questioni fondamentali, ma che vanno affrontate partendo dai primi tre punti.
Serve un piano strategico. Per farlo, occorrono coraggio, voglia e visione. È inutile dire sempre “non è possibile”: la storia del mondo è piena di città che sono cambiate. A volerlo devono però essere i cittadini. Per farlo, devono partecipare alla vita pubblica della città. Stimolare, proporre temi, essere presenti.
̀ . Non è una delega in bianco. Lamentarsi non serve. Serve essere sul pezzo. Sono fatti nostri. È nostro dovere occuparcene.