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Accessi contingentati, obbligo di mascherina FFP2 e controllo della temperatura. A lavoro la pandemia potrebbe far tornare le lancette dell’orologio indietro di un anno. E’ quanto prevede – secondo Il Messaggero – il nuovo Protocollo condiviso di regolamentazione per il contrasto del Covid-19.

Covid, tornano a lavoro mascherine FFP2 e accessi contingentati

Sono indicazioni che ci proiettano indietro di molti mesi quelle che emergono dal Protocollo messo a punto nell’incontro tenuto oggi tra parti sociali ed esperti dei Ministeri coinvolti (Salute e Lavoro). Si va verso il ritorno dell’obbligo della mascherina FFP2 sui posti di lavoro. I dipendenti verranno di nuovo sottoposti al controllo della temperatura corporea e costretti a lasciare il luogo di lavoro se il termometro segnerà più di 37,5 gradi. I datori dovranno incentivare infine lo smart working, soprattutto per le persone fragili.

La decisione è arrivata alla luce dell’andamento epidemico delle ultime settimane. Oggi, in Italia, una persona su 40 è positiva. L’Omicron 5 non si ferma neanche davanti al caldo e ha un tasso di contagiosità che ne permette la circolazione anche all’aperto. Si registra un aumento lieve dei ricoveri, anche in terapia intensiva. Le preoccupazioni maggiori riguardano l’autunno, quando il primo freddo potrà complicare le condizioni di salute di molte persone ed esporrà le categorie più fragili.

Ritorno all’obbligo della mascherina?

La fondazione Gimbe ha lanciato l’allarme: con una media di 55mila casi al giorno bisogna indossare le mascherine al chiuso.. Secondo il professor Massimo Ciccozzi ,del Campus Bio-Medico di Roma, è urgente ripristinare l’obbligo dei dispositivi di protezione facciale nei posti chiusi e in caso di assembramento. «Con questa circolazione del virus è un grave errore non proteggersi», spiega. L’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, in una intervista al Messaggero, ha lanciato un appello al governo: «Con i casi in aumento, inevitabile ripristino obbligo mascherine. Ma deve essere una decisione nazionale, non di una singola regione». Intanto appare scontata ormai da settembre la somministrazione della quarta dose, non solo per le categorie più fragili: i nuovi vaccini saranno adattati alle varianti Covid in circolazione.

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