Infradito, canotte e pantaloncini corti banditi dagli uffici comunali. Con l’ordinanza emessa dal Comune di Cesa, in vigore dal 23 giugno al 30 settembre, entra ufficialmente in vigore un codice di abbigliamento estivo per cittadini e cittadine che accedono agli uffici pubblici. L’obiettivo? Garantire un ingresso “decoroso” agli ambienti istituzionali.
Cesa, niente canotte e shorts negli uffici comunali: scoppia la polemica sull’ordinanza “anti-trasandati”
La misura, firmata dal sindaco Enzo Guida, vieta agli uomini di presentarsi in bermuda, canotte, pantaloncini corti, ciabatte o infradito. Per le donne, invece, non saranno ammessi abiti trasparenti, canotte, shorts né vestiti con la schiena scoperta. La mancata osservanza comporterà una sanzione amministrativa che va dai 25 ai 150 euro.
Un’ordinanza che, nel giro di poche ore, ha acceso il dibattito tra i cittadini, soprattutto sui social. C’è chi approva la linea dura in nome del rispetto delle istituzioni e della convivenza civile: “Ciò che dovrebbe venire spontaneo – commenta un cittadino – è l’educazione. Non dovrebbe servire un cartello per ricordare che esiste un abbigliamento adeguato ai luoghi pubblici”.
Ma non mancano le critiche, anche ironiche, da parte di chi considera il provvedimento anacronistico: “Sembra una norma uscita dal medioevo. Cosa c’entra il modo di vestire con l’accesso a un servizio pubblico?”. Il Comune difende la scelta, spiegando che si tratta di una semplice norma di buon senso per preservare il decoro degli uffici, senza alcuna volontà discriminatoria.