cavalli di frisia

Cavalli di Frisia: cosa sono i cavalli di Frisia citati da De Luca ieri durante Porta a Porta? Il presidente della Regione Campania ieri è stato ospite di Rai 1 a Porta a Porta insieme al governatore della Lombardia Attilio Fontana. De Luca ha spiegato la sua ipotesi di chiusura della Campania ai cittadini del Nord. Il governatore campano ha detto: “Noi dobbiamo avviarci verso la vita ordinaria ma usando la ragione e non dicendo banalità. Nessuno vuole mettere le barriere, i new jersey o i cavalli di Frisia da nessuna parte. Si dice semplicemente che occorre una posizione di prudenza: cominciamo a scongelare la situazione ma manteniamo anche dei controlli. Chi viene qui, ma questo vale anche per chi da Napoli va a Milano, e va in giro senza nessun motivo serio, va bloccato e sanzionato”.

Cavalli di Frisia: cosa sono?

In tanti da questa mattina si stanno chiedendo cosa siano questi “cavalli di Frisia” citati da De Luca. Il cavallo di Frisia è un ostacolo difensivo d’epoca medievale costituito da un telaio portatile, a volte un semplice ceppo di legno, coperto con lunghi chiodi in ferro o legno, o anche vere e proprie lance.

Lo scopo dei cavalli di Frisia era, originariamente, quello di fermare cariche di cavalleria. Col tempo si sono rivelati efficaci anche contro la fanteria (precursori in un certo senso dei reticolati della Prima guerra mondiale) e nella difesa di capisaldi o piccole fortificazioni.

Taluni ritengono che una prima forma di cavallo di Frisia fosse già in uso presso i romani. Era costituita da grandi triboli, ovvero chiodi a quattro punte. La teoria sarebbe confermata dal ritrovamento di numerosi pali acuminati (detti valli) che suggeriscono una produzione in larga scala e la cui rastrematura della porzione centrale fa pensare a un’eventuale legatura di più elementi. Si potrebbe trattare dell'”ericius“, o “riccio”, menzionato, ma non descritto, da Cesare e da Sallustio.

Cavalli di Frisia nel XX secolo

Una moderna versione del cavallo di Frisia è stata largamente utilizzata durante la seconda guerra mondiale da diversi eserciti. Si tratta di quello che in inglese e tedesco è noto come “porcospino ceco” o riccio ceco, poiché utilizzato per la prima volta alla vigilia della guerra dalla Cecoslovacchia a difesa del confine con la Germania nazista in funzione anticarro. Tale metodo difensivo venne utilizzato anche in Italia dalle forze dell’ordine durante i fatti di Genova del 30 giugno 1960. 

https://www.teleclubitalia.it/191271/de-luca-pronto-a-chiudere-i-confini-della-campania-ai-cittadini-del-nord/

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