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Gli scarichi finivano in mare senza essere depurati. E’ questo lo scenario choc che sta emergendo dall’indagine portata avanti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e che è giunta in queste ore ad uno snodo cruciale. Una vicenda che andava avanti da otto anni.

La convalida del sequestro

Per questa ragione il Gip ha convalidato il sequestro dell’impianto di depurazione di via Tronto, a Castel Volturno. Sotto chiave anche le tredici stazioni di sollevamento nonché l’intera rete fognaria comunale. L’impianto di depurazione è di proprietà del Comune mentre la Volturno Multiutiliy è responsabile del servizio idrico integrato e della manutenzione della rete. Come emerso dai sopralluoghi, l’impianto di depurazione è in condizioni disastrose con apparecchiature fuori uso e gli sversamenti abusivi dei reflui che non vengono ripuliti dal depuratore.

I reflui vengono così scaricati via fiume in mare. Il depuratore sorgeva in una zona soggetta a vincolo paesistico e ambientale. Il Comune aveva affidato tutta la gestione alla Volturno Multiulity. L’indagine ha evidenziato  “omissioni da parte degli amministratori legali del Volturno Multiutility, nonché il continuo omesso controllo dell’allora sindaco di Castel Volturno”.

L’indagine

Secondo quanto evidenziato dalla Procura, da almeno 8 anni, i reflui finiscono in mare senza alcun trattamento, alterando l’equilibro dell’ecosistema fluviale. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati l’ex sindaco del Comune quale proprietario della rete fognaria e dell’impianto di depurazione, nonchè P.G., S.R. e M.A., quali legali rappresentati della Volturno Multiutily per disastro ambientale e gestione illecita di rifiuti.

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