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Ucciso perché contagiava le donne del clan con l’AIDS. E’ questo il retroscena dell’omicidio di Ferdinando Brodella, avvenuto nel 1993. I carabinieri hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere al 60enne Mario Esposito, detenuto a Milano, ritenuto il capo dell’omonimo clan camorristico attivo nel Casertano, sul litorale domizio.

Le indagini sull’AIDS

A condurre le indagini i carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Gli inquirenti hanno svelato che Brodella venne ammazzato perché era malato di AIDS. Nonostante avesse questa malattia, però, avrebbe avuto rapporti sessuali con donne del clan, così trasmettendo o rischiando di trasmettere il virus. E attraverso queste ultime al boss Augusto La Torre.

L’omicidio di Ferdinando Brodella

Davanti a questo rischio, il boss di Mondragone ordinò l’omicidio di Brodella e si servì di Mario Esposito. Il killer è accusato da numerosi collaboratori di giustizia, risponde dei reati di omicidio premeditato, detenzione illegale di armi e distruzione di cadavere, aggravati dall’aver commesso il fatto al fine di agevolare un clan camorristico. Le forze dell’ordine hanno notificato il provvedimento cautelare al termine della procedura di recepimento del mandato d’arresto europeo. La Spagna ha accordato una estensione della pregressa estradizione, onde permettere all’Esposito di essere giudicato in Italia anche per questo omicidio.

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