Un omicidio studiato nei minimi dettagli e organizzato con un anno di anticipo. Questa la rivelazione riportata nell’edizione odierna de Il Roma. Vincenzo Staterini, freddato nel bar tabacchi di Corso Campano a Giugliano, è stato ucciso attraverso un piano chirurgico.
“‘O piccoletto”, cognato del boss Patrizio Vastarella, reggente della storica famiglia delle Fontanelle, il 25 maggio scorso ha pagato con la vita, insieme al figlio Emanuele, la scelta di passare nelle fila degli Esposito – Genidoni, storici rivali del clan.
Il retroscena emerge in modo chiaro dall’ordinanza di custodia cautelare che il 25 luglio scorso ha colpito la cosca dei “Barbudos”. Nove misure che vanno a sommarsi con quelle già emesse in seguito alla strage di via Fontanelle.
La novità che emerge è che Vincenzo Staterini sapeva di rischiare grosso. La decisione di cambiare sodalizio non era andata giù ai Vastarella. Emblematica la conversazione intercettata dagli inquirenti il 5 maggio 2016 dove emerge che Genidoni aveva intenzione di eliminare i Vastarella.
Secondo la DDA gli Staterini già sapevano il rischio che stavano correndo. E quindi la mattanza andata in scena un mese e mezzo fa a Giugliano sarebbe stato un qualcosa di ampiamente preannunciato.
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