Si è tenuta davanti al Gup Giovanni Vinciguerra, presso il Tribunale di Napoli, l’udienza preliminare a carico dei sette presunti membri della cosiddetta “banda del buco”, un’organizzazione criminale specializzata in furti e rapine compiuti attraverso tunnel sotterranei nel cuore della città di Napoli.
Banda del buco a processo a Napoli: chieste condanne fino a 10 anni
Il gruppo è accusato di aver colpito, tra gli altri, il fast food KFC di piazza Carità, una banca a piazza Bovio, un tabacchi e l’ufficio postale di piazza Matteotti. La Pubblica Accusa, rappresentata dalla pm Parascandolo, ha chiesto pesanti condanne: Gennaro Aiello e Vincenzo Barbangelo: 9 anni di reclusione e 3.000 euro di multa ciascuno; Ciro Fresa e Raffaele Gambardella: 8 anni e 2.000 euro; Salvatore Giordano: 4 anni e 6 mesi e 3.000 euro; Mario Mazza, ritenuto il promotore del gruppo: 10 anni e 3.000 euro, Il collegio difensivo – composto dagli avvocati Luigi Poziello, Tiziana De Masi, Riccardo Ferone, Francesco Gargano ed Ettore Ragozzini – presenterà le arringhe il prossimo 17 settembre.
Le indagini
L’inchiesta, avviata nel novembre 2023, ha ricostruito la struttura e l’operatività di un sodalizio dedito a furti altamente pianificati, resi possibili grazie all’accesso a locali sotterranei collegati alla rete fognaria. Le operazioni sono state documentate grazie a intercettazioni, videosorveglianza e servizi di osservazione da parte dei carabinieri del comando provinciale. Il colpo più eclatante risale al 9 novembre 2023, quando i malviventi si introdussero nel punto vendita KFC di piazza Carità, minacciando i presenti con una pistola e fuggendo con 8.200 euro. Altri colpi – tentati ma non portati a termine grazie al tempestivo intervento dei carabinieri – hanno riguardato un ufficio postale e una banca, dove i lavori di scavo nel sottosuolo erano già stati completati.
Base logistica e documenti falsi
Tra gli elementi chiave dell’inchiesta, l’acquisizione di un deposito utilizzato come base operativa, ottenuto grazie a un documento d’identità falsificato intestato a un prestanome. All’interno, venivano conservati attrezzi e refurtiva, ed era il punto di accesso ai tunnel sotterranei.
Gli arrestati
Oltre a Mario Mazza, considerato il leader della banda, sono finiti in manette: Gennaro Aiello, 38 anni Vincenzo Barbangelo, 46 anni, noto come “’o chiatto” Ciro Fresa, 59 anni Raffaele Gambardella, 57 anni, Francesco Trencia, 62 anni, detto “zio Frank”. Le indagini hanno coinvolto anche altre tre persone, non presenti in aula. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata ai furti aggravati, alla detenzione di documenti falsi, fino all’introduzione abusiva nei sottoservizi cittadini.