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Aversa, rebus mensa dopo 25 ottobre. Innocenti: “Responsabilità non mia”, De Michele: “Subito soluzione”

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Continua a tenere banco ad Aversa la questione mensa scolastica. Dopo il sit-in di protesta di ieri mattina, organizzato dai genitori degli studenti dei plessi 3º e 4º circolo, De Curtis, Parente e Linguiti davanti al Comune, e l’incontro successivo con il sindaco, il dirigente del settore e l’assessore al ramo, resta il nodo su cosa accadrà dopo il 25 ottobre.

Stando a quanto emerso dal confronto con mamme e papà, il servizio di refezione dovrebbe essere garantito dal 15 al 24 ottobre. Ma dal 25 in poi la mensa scolastica potrebbe nuovamente fermarsi. Sul tavolo, diverse ipotesi: la proroga del contratto – e dunque la sottoscrizione dello stesso, che in tre anni non è mai stata formalizzata tra la ditta incaricata e il Comune – oppure un affidamento diretto a una nuova ditta esterna, che però garantirebbe i pasti soltanto alla scuola dell’infanzia e non alla primaria, a causa del budget ridotto.

Ad Aversa sono circa 1200 i bambini che dovrebbero usufruire del servizio in cinque istituti scolastici, tra primaria e infanzia. Dal mancato avvio, a fine settembre, le lezioni si svolgono con orari ridotti: le 40 ore settimanali del cosiddetto “tempo pieno” non possono essere rispettate. Un disagio che pesa soprattutto sulle famiglie con entrambi i genitori lavoratori.

Le reazioni

Dalla minoranza arriva la proposta del “pranzo al sacco” per tamponare la situazione. “È ovvio che ci troviamo in questa condizione per una serie di negligenze – dichiara ai nostri microfoni il consigliere di opposizione Mario De Michele -. Non vogliamo fare polemiche, ma chiediamo chiarezza. In commissione Garanzia e Trasparenza abbiamo indicato diverse soluzioni, tra queste il pranzo a sacco, se c’è compatibilità e parere favorevole da parte dell’Asl e dei dirigenti scolastici”, conclude De Michele.

Negli ultimi giorni, in merito alla mensa, è stato tirato in ballo anche il presidente del Consiglio comunale Giovanni Innocenti, che tre anni fa ricopriva l’incarico di assessore alla Pubblica Istruzione nella precedente amministrazione. A lui sarebbero state attribuite responsabilità per la mancata stipula del contratto tra Comune e ditta appaltatrice, che proprio nel 2022 si era aggiudicata la gara.

“Gli assessori danno atto di indirizzo – precisa Innocenti -. Ho ricoperto quel ruolo fino a settembre 2022 e, premesso che si tratti di attività di tipo dirigenziale, ritengo sia artificioso affibbiarmi delle responsabilità. Per quanto riguarda cosa si intende fare dopo il 25 ottobre, mi sono espresso più volte: ritengo sia prioritario per l’amministrazione, seppur in ritardo, sottoscrivere il contratto per salvaguardare l’ente, perché è inimmaginabile avere un rapporto di natura economica e non cristallizzarlo attraverso un documento. Sarà poi la struttura dirigenziale a stabilire come e con quali modalità”, conclude il presidente del Consiglio comunale. Intanto, il problema resta. E la rabbia dei genitori rischia di esplodere nuovamente.

Le interviste

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