Nel corso dell’ultima puntata di Campania Oggi, il programma di approfondimento politico e attualità in onda su Teleclubitalia e condotto dal direttore Giovanni Russo, è intervenuta l’assessore all’Ambiente del Comune di Aversa, Olga Diana. L’esponente dell’esecutivo guidato dal sindaco Franco Matacena ha scelto proprio i microfoni della trasmissione per rompere il silenzio dopo la mozione di sfiducia approvata in consiglio comunale contro di lei. Un confronto a tutto campo in cui l’assessore ha ricostruito quanto accaduto nelle ultime settimane, ha parlato dei rapporti politici interni alla maggioranza, delle sue scelte personali, del passaggio in Forza Italia e del suo futuro politico.
Nelle scorse settimane lei è stata sfiduciata: 19 consiglieri comunali di Aversa hanno approvato in consiglio comunale una mozione, presentata logicamente dal Partito Democratico — che è all’opposizione dell’amministrazione Matacena — contro di lei. Cioè, a votare questa mozione non è stata solo la minoranza, ma purtroppo anche buona parte della maggioranza. Che cosa ha pensato quando ha visto quelle mani alzarsi contro di lei?
“Allora, in politica bisogna aspettarsi di tutto, penso. Quindi, il ruolo che ricopriamo è anche… abbiamo anche… corriamo dei rischi ogni giorno: la sfiducia, altri tipi di problemi. Quando è successo questo consiglio comunale, in realtà io già me lo aspettavo, perché provengo dal gruppo che mi ha votato contro, e quindi conosco bene il loro modus operandi. Non è stata una sorpresa, è stata una sorpresa più per il Sindaco che per me.”
Lei militava in un gruppo, quello che si rifà al consigliere regionale Zannini, definito un po’ come il “dominus” della politica aversana. Poi è passata in un altro gruppo, quello di Forza Italia. Tant’è vero che questo passaggio ha comportato dei malumori nel suo gruppo di appartenenza. Però io proprio questa domanda le volevo fare: ma che cosa ha fatto di così male da meritarsi una sfiducia? La sfiducia nei confronti di assessori è capitata quando ci sono state delle gravissime inadempienze o dei procedimenti giudiziari. Le conto sulle dita di una mano, ma davvero rispetto a fatti molto, molto gravi, dove un assessore si incaponiva, non si voleva dimettere. Allora poteva esserci una sfiducia o una mozione di censura. Lei che ha fatto di così grave?
“Beh, in realtà proprio nulla. Le spiego: la mia decisione di aderire a un partito — partito in cui già militavo dall’adolescenza e anche prima — mi hanno insegnato al partito di Forza Italia di Aversa, quando esisteva Forza Italia nella nostra città e avevamo il sindaco di Forza Italia, mi hanno insegnato come rilevare i voti nei seggi elettorali.
Quindi vengo da quella scuola. E, avendo aderito negli ultimi anni al gruppo del movimento politico di Giovanni Zannini, con il quale io avevo un ottimo rapporto, mi dispiace soprattutto per questo.Perché le decisioni politiche non devono inficiare, a mio parere, nel saluto o addirittura sfociare in questi atti così esagerati, a mio parere”.
Secondo lei è stata una vendetta di Zannini contro di lei?
“Del gruppo territoriale. Non mi permetto e non voglio insinuare altro. Allora, di innocenti — perché voglio dire… sì, che è il capogruppo — ovviamente che cosa è successo?
Che io ho aderito a un partito, ho informato il sindaco, sono state informate tutte le persone coinvolte. La mia affermazione durante quel periodo è stata proprio: ‘Ok, ho un altro referente politico sovracomunale, ma gli assetti territoriali dobbiamo amministrarli insieme. Io sto qua, sono l’assessore non solo di un gruppo, sono l’assessore di tutti’. Perché tutti i consiglieri comunali mi chiamano, che siano di maggioranza o di opposizione. Non sono l’assessore di un gruppo.”
Perché ha deciso di andare in Forza Italia? Perché ha lasciato il gruppo di Zannini-Innocenti?
“Perché era un gruppo con il quale non mi ci trovavo. Fare politica è aggregazione. Nel momento in cui manca anche la piccola azione, l’adesione in qualsiasi intervento o da parte di altri, penso che sia il momento in cui effettivamente non possiamo far parte dello stesso gruppo. Semplicemente. È una cosa semplice, non tanto complicata”
Faccio un po’ l’avvocato del diavolo: loro dicono, ‘Olga Diana è assessore perché rappresenta il nostro gruppo. Dal momento in cui lascia il nostro gruppo, per una correttezza politica dovrebbe anche dimettersi da assessore, perché non ci rappresenta più. Dovrebbe poi farsi nominare da Forza Italia.’
“In realtà i consiglieri dimessi, come nel mio caso e nel caso di un altro assessore — il collega Francesco Sagliocco — noi ci siamo dimessi e fondamentalmente, a meno che non ci sia un motivo ostativo di grande rilevanza, restiamo in giunta fino a decisione del sindaco. Noi siamo nominati dal sindaco e qualora ci fosse bisogno, veniamo revocati dal sindaco, non dal consiglio comunale. Quindi la risposta alla sua domanda è: è lecito chiedere le deleghe, perché sono state prese per un gruppo politico?
Da parte mia c’è sempre stata la massima collaborazione, perché la politica è l’arte della mediazione e del confronto”
Cioè, lei dice: “Io sono disponibile a rimettere le mie deleghe all’ambiente” — deleghe importanti, come ambiente e ingegneria urbana. Però se devo essere o meno assessore, questo lo deve decidere Matacena?
“Assolutamente. Il discorso che abbiamo fatto anche nella riunione di maggioranza, prima del consiglio comunale, è che non c’è nessun dubbio che la sottoscritta resti in giunta, ma ovviamente per uno spirito di collaborazione da parte di entrambi i citati in causa — che sia Aversa Moderata, nella qualità del coordinatore Giovanni Innocenti — la sottoscritta ha sempre mostrato massima collaborazione.
Anzi, io ho anche detto chiaramente a tutti i colleghi di maggioranza che le deleghe che aveva richiesto Aversa Moderata, per me potevano ritornare al gruppo senza alcun tipo di problema.”
Però poi Matacena, da un lato, non l’ha fatta abbandonare il suo incarico di assessore, però dall’altro non è riuscito a bloccare la sfiducia nei suoi confronti. Mi permetta: una sfiducia nei confronti di un assessore è anche un po’ una sfiducia nei confronti di un sindaco.
“Esatto. Cioè politicamente la sfiducia a un assessore è la sfiducia al sindaco, è tutta l’amministrazione. Non rispondo delle azioni altrui, non mi permetto nemmeno di giudicarle. Magari hanno altri motivi. Però il sindaco aveva recepito la mia disponibilità e, tra l’altro, proprio dopo il Consiglio ci dovevamo riunire per risolvere la questione della rimodulazione del mio assessorato e far ritornare le deleghe che aveva richiesto Aversa Moderata ad Aversa Moderata”
In tutta questa vicenda, per calmare diciamo Innocenti — che dal suo punto di vista ha le sue ragioni — lei non poteva rimettere le deleghe nelle mani del sindaco?
“Io l’ho detto al sindaco dieci giorni prima, quando sono stata soprattutto umiliata politicamente da tutte le testate giornalistiche per le affermazioni altrui, che non cito e non mi piace. Però la prima cosa che ho detto al sindaco è che abbiamo un problema, lo dobbiamo risolvere. Perché ci stiamo perdendo dietro queste beghe di partiti e gruppi politici. Noi dobbiamo amministrare: per me il tempo è fondamentale e, se dobbiamo ridare le deleghe ad Aversa Moderata, ho la piena disponibilità a farmi revocare le deleghe e consegnarle al gruppo, senza alcun tipo di problema. Questa è stata la mia prima affermazione al sindaco. Se il sindaco ad oggi non ha revocato queste deleghe a me, avrà avuto i suoi buoni motivi.”
Tutte queste vicende, solitamente nei comuni si dice che “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Di solito si chiude tutto in una stanza. Perché non siete riusciti a farlo e avete regalato alla città uno spettacolo non edificante?
“Io sono in primis un professionista, e quindi da tale cerco di preservare la mia figura. Per me l’umiliazione è più della sfiducia, perché non possiamo permetterci questo. La città deve essere amministrata, guidata e controllata. Senza questo, la città è allo sbando. Attualmente anche.”
Non è che tutto questo è successo perché lei si vuole candidare alle regionali?
“Io mi candido alle regionali con l’onorevole Patriarca di Forza Italia, che è il mio riferimento attuale. Stiamo cercando di costruire una squadra sul territorio e riprendere quella parte della destra moderata e coinvolgere la politica attiva che negli ultimi anni si è un po’ allontanata da quest’area”
C’è un po’ la “regionalite” ad Aversa? Ora tutti vi volete candidare, mentre prima non si candidava nessuno?
“Io in realtà non avevo questa velleità. È successo che quando qualcuno mi ha detto: ‘Devi farti la candidatura di servizio’, io ho detto no.
Sono una ragazza, una donna, ma anche una giovane. Ho il tempo per farlo poi in tempi più maturi.
Però a questo punto, avendo maturato anche un certo tipo di esperienze amministrative, facendo l’assessore, facendo il vicepresidente della provincia, penso che posso dare il mio giusto contributo. Ma non devo essere al servizio. Poi c’è anche un po’ di patriarcato in questa parte: ‘Devi farti la candidatura di servizio’.”
Lei ci è rimasta più male del comportamento di Matacena o di quello di Zannini?
“Di Zannini. Perché questo si vede che è una vendetta personale. La politica non è personale.”
Diciamo Zannini-Innocenti: il duo lo conosceva, sapeva che andava a finire così?
“Ma la libertà ha un prezzo. E io pago qualsiasi prezzo, non è un problema per me.
Sono coraggiosa, si può dire. Cerco di prevalere con i fatti a tutte queste questioni. Ed è il motivo per cui sono anche oggi qui, perché si deve dire, e ci metto sempre la faccia.”
Però dopo tutto quello che è successo, allora lei è d’accordo con quelli che dicono che Matacena è nelle mani di Zannini?
“No. Sa perché? Perché il nostro sindaco è un sindaco che ha una mente pensante. Prende tempo e perde tempo, sì — perché lui deve fare le sue giuste valutazioni.
Non è in mano a nessuno. E non si fa… ‘ricattare’ è un brutto termine, non mi piace. Perché molto spesso viene etichettata così la situazione. Invece no: non si fa influenzare da soggetti esterni. Questo è poco ma sicuro.”