Almeno tre colpi di pistola esplosi con l’obiettivo di eliminarlo. Giuseppe Cipressa, 64 anni, ras di spicco del clan Amato-Pagano, doveva essere ucciso. Oggi è in fin di vita, ricoverato in prognosi riservata, all’ospedale di Giugliano. L’agguato consumato ieri in via Luca Giordano a Mugnano documenta la riesplosione delle tensioni criminali nell’area nord di Napoli.
Mugnano, rischio faida nel clan Amato-Pagano: “Peppaccio” pezzo da 90 del clan
Cipressa era appena uscito dalla sua abitazione, a bordo di una Fiat Idea, quando i sicari sono entrati in azione. Due persone, in sella a uno scooter, si sono avvicinate alla macchina e hanno fatto fuoco, colpendo il 64enne all’orecchio, alla clavicola e al torace. Sotto la raffica di colpi, Cipressa ha perso il controllo dell’auto, ha sbandato e si è schiantato contro il cancello di un’abitazione privata. È rimasto agonizzante fino all’arrivo dei sanitari del 118, che lo hanno trasportato al pronto soccorso.
Gli investigatori sono al lavoro per fare luce sul retroscena dell’agguato. Si teme una faida interna alla cosca degli ex Scissionisti, anche per lo spessore criminale di Cipressa detto “Peppaccio”. Indicato come vicino a Marco Liguori (nipote di Raffaele Amato) e fedelissimo di Rosaria Pagano, Cipressa fu arrestato nel 2017 e poi nel 2019 con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti, da sempre il core business degli Amato-Pagano. L’agguato del 5 novembre potrebbe essere collegato a una ridefinizione degli equilibri interni alla cosca egemone tra Mugnano, Melito, Casavatore e Arzano, oppure uno sgarro punito con la pistola.








