E’ in terapia intensiva all’ospedale Cardarelli di Napoli Aniello Di Biase, il ragazzo gravemente ferito nell’agguato in via San Vito a Giugliano tre giorni fa. Il figlio del boss Michele, alias “Paparella”, è stato sottoposto ieri a un delicato intervento chirurgico e non è ancora fuori pericolo. I proiettili esplosi contro di lui hanno compromesso gli organi interni, in particolare fegato e polmoni.  Non si hanno, invece, notizie certe di Silvano Ciccarelli, il guardiaspalle di De Biase colpito nello stesso agguato. Le sue condizioni sarebbero altrettanto preoccupanti per un’infezione interna che ha destabilizzato il quadro clinico.

Proseguono intanto le indagini. Le immagini di videosorveglianza acquisite dai Carabinieri della Compagnia di Giugliano guidati dal capitano Antonio De Lise non sarebbero utili: le inquadrature fuori campo non consentono ai militari dell’Arma di ricostuire esattamente la dimanica del raid né l’identità dei killer. Ma è certo che le vittime viaggiavano a bordo di uno scooter – poi scomparso e recuperato in seconda battuta – quando sono stati speronati da una macchina, messi fuori strada e poi raggiunti da due sicari a bordo di un altro motoveicolo che hanno fatto fuoco.

Ciò che resta ancora avvolto nell’ombra è la seconda parte dell’agguato. Di Biase e Ciccarelli hanno risposto all’attacco armato? O in loro soccorso sono giunti altri uomini dalle Palazzine Ina Casa che hanno sparato in via San Vito mettendo in fuga i killer? Non è chiaro. Sul luogo dell’agguato sono stati rinvenuti i bossoli di un’altra arma, diversa da quella che ha colpito i due del gruppo di “Paparella”. Circostanza, questa, che farebbe ipotizzare uno scontro a fuoco. Gli investigatori cercano di fare luce su questi e altri dettagli che potrebbero nascondere inquietanti retroscena.

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