Nell’ambito delle iniziative programmate dal comando provinciale Napoli a presidio della legalità ed a contrasto dei traffici illeciti di sostanze stupefacenti, i finanzieri del gruppo di giugliano in campania hanno scoperto un deposito ove erano stoccati oltre 36 kg di marijuana ed arrestato due persone, per coltivazione abusiva finalizzata allo spaccio, ai sensi dell’art. 73 del d.p.r. n. 309/90.

Traendo spunto da un servizio di osservazione e controllo nei confronti di due fratelli, i cui orari insoliti di uscita e di rientro a casa non apparivano giustificati da alcuna attività lavorativa, i militari iniziavano un pedinamento che si concludeva nelle campagne di teano (ce), dove, all’interno di un casale abbandonato, venivano rinvenuti oltre 36 chilogrammi di marijuana, già essiccata e pronta per essere immessa sul mercato dello spaccio.

Le operazioni di polizia, estese alle rispettive abitazioni in Giugliano, si concludevano con la scoperta di altra sostanza stupefacente, due pistole, un fucile ed oltre 250 proiettili. I responsabili, accusati per i reati di produzione e spaccio di droga e di detenzione abusiva d’armi da fuoco, venivano tradotti presso il carcere di santa maria capua vetere (ce). Le specifiche analisi tecniche eseguite sullo stupefacente sequestrato attestavano un’altissima qualità del prodotto, con una percentuale di principio attivo (thc) particolarmente elevata, circa il doppio di quella normalmente rinvenibile sul mercato. La commercializzazione dello stupefacente sequestrato, al netto degli scarti di lavorazione, avrebbe consentito la preparazione.

Finanzieri del gruppo di Giugliano hanno scoperto un deposito ove erano stoccati oltre 36 kg. Di marijuana pronta per essere immessa sul mercato dello spaccio. Le operazioni di polizia, estese anche alle abitazioni dei due fratelli, consentivano di individuare e sequestrare altra sostanza stupefacente, 2 pistole, un fucile  ed oltre 250 proiettili. I responsabili, accusati per i reati di produzione e spaccio di droga e di detenzione abusiva d’armi da fuoco, venivano tradotti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. La commercializzazione dello stupefacente sequestrato avrebbe consentito la preparazione di oltre 40.000 dosi, per un valore di oltre 400.000 euro.

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