La villa bunker di Giuseppe Polverino, alias “Peppe ‘o barone”, fungerà da centro di formazione professionale. E’ questo l’esito del summit che si svolto ieri in prefettura, alla presenza del sindaco Angelo Liccardo, del prefetto Francesco Antonio Musolino e i referenti del Miur (Ministero Istruzione Università e Ricerca). La struttura, confiscata all’inizio degli anni Novanta ma mai riutilizzata per i fini sociali previsti della legge Rognoni-La Torre, sarà assegnata proprio al Ministero, che ha manifestato la propria volontà di mettere in campo l’ambizioso progetto. Nei cinquemila metri quadri, che fino a qualche mese fa ospitavano i familiari del “Barone”, da circa due anni assicurato alla giustizia, finanziamenti permettendo, saranno allestiti laboratori e aule per giovani disoccupati, minori a rischio e altre categorie. Che sia finalmente la volta buona? Pare proprio di sì, dopo i flop dei progetti che contemplavano la realizzazione di un centro per gli immigrati o, in alternativa, di una caserma per la guardia di finanza. Il progetto proposto dal Miur necessitava del via libera del Comune di Marano, formalmente proprietaria della struttura. L’ok dell’Ente è arrivato nella giornata di ieri, proprio nel corso della riunione che si è svolta a Napoli.

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