La Polizia ha arrestato Mario Riccio detto Mariano, considerato dagli investigatori il capo del clan Amato-Pagano e genero di Cesare Pagano, storico capo di Scampia. Latitante dal 2011, Riccio è stato bloccato dagli uomini della Squadra mobile di Napoli e del Servizio centrale operativo della Polizia. Era braccato da tempo: nella scorsa estate una azione congiunta di forze di polizia aveva cercato di catturarlo con l’ausilio di mezzi aerei e con la collaborazione pare anche dell’FBI. Riccio gestiva il traffico di droga e dopo gli arresti del suocero era divenuto il capo del clan. Riccio è inserito nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi del ministero dell’Interno e ha una condanna a 16 anni per associazione a delinquere di tipo mafioso e droga: è ritenuto dagli inquirenti uno dei responsabili della seconda guerra di Scampia. Gli uomini della mobile e dello Sco della Polizia lo hanno bloccato in un’abitazione di Qualiano, in via Salomone, dove l’uomo era con la compagna e il figlio minorenne. Al momento dell’arresto non ha opposto resistenza.

Il Clan. Gli Amato Pagano, clan formato da due cognati è stato il gruppo che ha spodestato i Di Lauro nel controllo di Scampia. Lo stesso Clan però ha subito l’offensiva dei “girati” che, complici numerosi arresti, avevano più volte cercato di confinare il potere degli “scissionisti” alla sola area Nord (Melito, Mugnano e in parte Marano). Mariano, il più giovane tra i boss di Scampia, era stato l’unico a reggere le fila del clan che oggi, con il suo arresto, pare quanto mai indebolito e attraversato anche da una crisi interna che ha visto gli stessi cognati Cesare e Raffaele in contrasto tra loro.

Il personaggio. Mariano Riccio era figlio di uno spacciatore affiliato alClan Polverino è originario di Marano. La sua ascesa criminale è iniziata con il matrimonio con la figlia del Boss Cesare Pagano,che con gli Amato, aveva dato vita alla fazione degli scissionisti di Scampia. E’ stato uno dei protagonisti della seconda fase della “faida” che ha insanguinato l’area Nord di Napoli. Suo nonno era un dipendente del Comune di Marano. Da qualche mese i suoi uomini detenevano il controllo di alcuni punti “nevralgici” della città: erano infatti subentrati ai “Polverino” fortemente indeboliti dagli arresti in Spagna e in Italia. Da qualche mese c’erano stati episodi strani in città senza una strategia criminale ben precisa che gli investigatori avevano attribuito alla volontà di Mariano di vendicare i tanti “soprusi” subiti dal padre. Il suo arresto apre una nuova fase negli equilibri criminali di tutta l’area maranese, ora resta da capire chi prenderà il suo posto nella gestione dei traffici illeciti da sempre fiorenti sotto la collina dei camaldoli.

La dichiarazione. “L’arresto di Riccio è un altro duro colpo alla camorra, stiamo stringendo il cerchio attorno ai latitanti”. Lo dice all’Adnkronos il capo della Squadra Mobile di Napoli, Fausto Lamparelli, dopo l’arresto del giovane boss Mariano Riccio, 23 anni, considerato il capo del clan ‘Amato-Pagano’. Riccio è stato catturato questa mattina in una villetta di Qualiano, alla periferia nord di Napoli, dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Scampia, coordinati dal Servizio Centrale Operativo (Sco) della Polizia.”Un arresto importante -rimarca Lamparelli, dal 29 gennaio alla guida della Mobile del capoluogo campano- perche’ nonostante la sua giovane eta’, dopo l’arresto del suocero, Cesare Pagano, Mariano Riccio è considerato il capo dell’omonimo clan”.”Continueremo a lavorare per la cattura degli altri latitanti, primo tra tutti Marco Di Lauro”, assicura il capo della Squadra Mobile di Napoli. “La squadra Stato c’è, e i risultati -conclude Lamparelli- si vedono sul campo”.

 

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