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Chi è Raffaele Cutolo? E’ stato un mafioso italiano, fondatore nonché capo della Nuova Camorra Organizzata.

Aveva due fratelli, Pasquale e Rosetta Cutolo, i quali pure hanno intrapreso una carriera criminale. Rosetta ha condiviso le sorti di Raffaele e la sua attività è stata fondamentale per le sorti della NCO.

Raffaele era soprannominato ‘O Professore dai suoi compagni di carcere, perché l’unico tra di loro capace di leggere e scrivere.

Raffaele Cutolo: età

E’ nato a Ottaviano, il 4 novembre 1941, è morto a Parma il 17 febbraio 2021. E’ morto all’età di 79 anni.

Moglie e figli di Raffaele Cutolo

Ha riconosciuto due figli, Roberto – nato dalla breve relazione (8 mesi) con Filomena Liguori (denunciata più volte per sfruttamento della prostituzione) – e Denise. Ha due nipoti: Raffaele Cutolo (Napoli, 7 ottobre 1987), suo omonimo, e Roberta Cutolo (Napoli, 25 maggio 1991), entrambi figli di Roberto Cutolo (Napoli, 25 gennaio 1962 – Tradate, 19 dicembre 1990) – e di Assunta Setaro (Napoli, 1º dicembre 1962).

Il figlio Roberto, pregiudicato, è stato ucciso a Tradate, in Lombardia, da affiliati della ‘ndrangheta il 19 dicembre 1990, per volontà di uno dei maggiori antagonisti di Cutolo, il boss vesuviano Mario Fabbrocino.

Nel corso della latitanza, ha avuto una relazione con Lidarsa Bent Brahim Radhia, una donna tunisina a cui dedicherà una poesia. Dalla relazione nascerà Yosra.

Nel 1983 sposò Immacolata Jacone, figlia di Salvatore assassinato nel 1988 sorella di Giovanni (che nel 1996 assassinò la moglie e nel 2009 la madre) e di Luigi, anch’egli ucciso nel 1992. Il matrimonio venne celebrato dallo storico cappellano del carcere dell’Asinara, don Giorgio Curreli, nella chiesa di Cala d’Oliva e di quell’evento, che non mancherà di suscitare polemiche, restano 36 foto mai rese pubbliche. Il 30 ottobre 2007 diventa di nuovo padre. La bambina viene concepita attraverso l’inseminazione artificiale, cui si sottopone la Jacone, grazie ad una speciale autorizzazione ottenuta nel 2001.

Storia di Cutolo

La storia criminale di Cutolo comincia presto. A 22 anni commise il suo primo omicidio: nel centro di Ottaviano, a seguito di una rissa, uccide un giovane che aveva fatto dei pesanti apprezzamenti nei confronti di sua sorella. Resosi latitante, si presenta due giorni dopo presso una caserma dell’Arma dei Carabinieri. Per questo reato verrà condannato all’ergastolo, pena ridotta in appello a 24 anni di reclusione, che comincia a scontare presso il carcere di Poggioreale.

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La Nco

Durante la detenzione a Poggioreale si ritiene sia nata la “Nuova Camorra Organizzata” (NCO). Si tratta di un’organizzazione piramidale e paramilitare, basata sul culto di una sola personalità. Questi sono i ruoli assunti dagli affiliati: il picciotto, il camorrista, lo sgarrista, il capozona e infine il santista. Al vertice c’è solo Raffaele Cutolo detto “Vangelo”.

L’organizzazione si ispira alla Bella Società Riformata: il suo progetto criminale è ispirato ad un’ideologia pseudo-ribellista di impronta meridionalistica, che però attinge in parte alla propaganda delle organizzazioni terroristiche. In carcere Cutolo crea le basi per una organizzazione criminale cui saranno affiliati, in primo luogo, i detenuti di cui Cutolo conosce le esigenze, i bisogni e le aspettative.

Rimane a Poggioreale sino al maggio del 1977 quando la sentenza della Corte d’Appello riconosce al boss l’infermità mentale, disponendone il ricovero in un istituto psichiatrico per un periodo non inferiore a 5 anni; viene messo in osservazione presso il monastero di Sant’Eframo Nuovo a Napoli per poi trasferirsi nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Cutolo evase dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa il 5 febbraio 1978 in modo violento, grazie all’aiuto di Giuseppe Puca: una carica di nitroglicerina piazzata all’esterno dell’edificio squarciò le mura permettendo la fuga del boss.

Da quel momento Cutolo fu ufficialmente un latitante. Fu ritrovato nel ’79 sempre in Campania, in un casolare ad Albanella in provincia di Salerno.

Tornato in carcere, Cutolo continua a dare ordini da dietro le sbarre. Dopo il terremoto dell’Irpinia, infatti fa condannare a morte il sindaco di Pagani, reo di aver bloccato l’assegnazione di un appalto per la rimozione delle macerie ad un’impresa collegata alla NCO.

Il rapimento di Cirillo

Nel 1981 il trasferimento nel carcere di Ascoli Piceno. Pochi mesi dopo, l’assessore democristiano Ciro Cirillo viene rapito dalle Brigate Rosse. Il mondo istituzionale e i servizi segreti chiedono la mediazione di Cutolo riuscendo così a liberare l’assessore napoletano in cambio di ‘favori’.

L’esilio all’Asinara

Nel 1982, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini chiede ed ottiene il trasferimento di Cutolo dal carcere di Ascoli Piceno ad un penitenziario di massima sicurezza, presso il carcere dell’Asinara, che fu riaperto esclusivamente per lui e dove trascorrerà un paio di anni come unico carcerato.

Condannato a quattro ergastoli da scontare a partire dal 1995 in regime di 41 bis. Il boss ha più volte criticato tale regime che, a suo parere, viola i diritti umani, tanto da preferire la pena di morte.

È stato rinchiuso in diverse carceri italiane. Nel 2000 viene trasferito nel carcere di Novara e dal 2007 al 2011 è stato detenuto nel carcere di massima sicurezza di Terni, nella cella che fu di Bernardo Provenzano. Successivamente è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila ed infine in quello di Parma.

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