Il periodo natalizio ormai sta volgendo al termine. Con l’arrivo dell’epifania è in scadenza anche l’ultimo Dpcm emanato da Conte e il governo già sta lavorando per introdurre nuove restrizioni in tutto il paese per continuare la lotta al coronavirus.

Domani, 5 gennaio, è atteso infatti il nuovo monitoraggio Iss-ministero della Salute, per stabilire in quali Regioni potrebbero rimanere le misure più dure che sono state in vigore in queste vacanze di Natale: osservate speciali sono Veneto, Liguria e Calabria, che rischiano di rimanere in zona rossa anche dopo il 6 gennaio, e Lombardia, Puglia e Basilicata, che invece potrebbero passare in fascia arancione. Ma bisognerà attendere i nuovi dati per avere un quadro preciso.

Intanto per il prossimo week end ci saranno dobbiamo sicuramente aspettarci una stretta, come ha annunciato il ministro della Salute Speranza, dopo il vertice di ieri sera con le Regioni: si parla di una possibile zona arancione o rossa per tutta Italia il 9 e 10 gennaio, con un coprifuoco anticipato alle 20, bar e ristoranti sicuramente chiusi, e divieto di uscire dal Comune

In attesa del nuovo Dpcm, che come anticipato dovrebbe arrivare a breve, c’è la possibilità di introdurre anche la “zona bianca”.

Come funzionerebbe la zona bianca

Il ministro della Cultura ha proposto la creazione di una quarta fascia di rischio, una «zona bianca» nella quale entrerebbero le regioni con gli indicatori migliori. E dove si potrebbero riaprire i luoghi della cultura, come musei, teatri, sale da concerto e cinema.

I bar e i ristoranti lavorerebbero senza limiti di orario e anche piscine e palestre tornerebbero a funzionare a pieno ritmo. Sempre però mantenendo le regole base di contenimento, come mascherina obbligatoria, distanziamento e divieto di assembramento. La zona bianca potrebbe essere introdotta già nel prossimo dpcm.

Le regioni che potrebbero entrare a far parte della zona bianca potrebbero essere: Abruzzo, Campania, Toscana, Sardegna e Piemonte.

I confini

Tra le misure che si stanno valutando c’è la proroga del divieto di spostamento tra le regioni anche se si trovano in fascia gialla. Per questa misura, che limita le libertà costituzionali, serve un decreto legge e il governo ha deciso di confrontarsi con i presidenti di Regione. «Fondamentale è mantenere il rigore», ribadiscono i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia.

Scuole in Campania

L’Unità di Crisi della regione Campania si è riunita per un’analisi dettagliata dei dati epidemiologici in relazione alla possibilità di un ritorno in presenza a scuola al termine delle vacanze natalizie. “Sulla base di tale analisi – si legge nel comunicato – è stato deciso che le scuole in Campania riapriranno lunedì 11 gennaio 2020”.

La nota poi specifica: “In tale data potranno tornare in classe gli alunni della scuola dell’infanzia e delle prime due classi della scuola primaria, esattamente com’era prima della chiusura delle scuole per la pausa natalizia”. Infine: “A partire dal 18 gennaio sarà valutata dal punto di vista epidemiologico generale, la possibilità del ritorno in presenza per l’intera scuola primaria, e successivamente, dal 25 gennaio, per la secondaria di primo e secondo grado”.

La regione ha annunciato l’arrivo di un’ordinanza entro la giornata di domani, 5 gennaio, che conterrà tutti i dettagli relativi alle ripresa in presenza delle attività didattiche. Non ci sono al momento disposizioni di segno contrario da parte del Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

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