La magistratura di Napoli ha aperto un’inchiesta sul caso del paziente Covid di 70 anni morto nel triage dell’ospedale Cotugno. Il pool reati colposi della Procura partenopea, coordinato dal procuratore aggiunto Simone Di Monte, sta procedendo all’acquisizione dei referti medici, dei nastri di comunicazioni e delle cartelle cliniche.

Napoli, morto nel triage del Cotugno: aperta inchiesta

Sul caso si muovono i carabinieri. Diversi i punti oscuri sui cui inquirenti e investigatori dovranno fare luce. Al centro dell’inchiesta la disponibilità dei posti letto tra sabato e domenica all’ospedale Vecchio Pellegrini e al Cotugno. Ma un altro nodo da sciogliere è il mancato ricovero nella giornata di sabato: il 70enne, secondo il 118, avrebbe rifiutato una prima ospedalizzazione con tanto di firma sul verbale di visita. Perché far arrivare l’ambulanza e poi rifiutare il ricovero? Secondo i parenti perché era stato prospettato un trasferimento fuori regione, circostanza questa smentita dal direttore della centrale del pronto intervento, Giuseppe Galano.

L’altro punto su cui l’inchiesta cercherà di fare luce sono le condizioni fisiche del paziente quando arriva al Cotugno. Secondo i vertici dell’azienda dei Colli, il 70enne era già in condizioni gravissime e non avrebbe atteso del tempo prima di entrare al pronto soccorso. Secondo la versione del 118, invece, il livello di ossigenazione dell’uomo era adeguato e le sue condizioni non erano gravi. Su questa incongruenza si giocano le responsabilità di operatori sanitari e medici. Fondamentali a questo punto potranno risultare le registrazioni telefoniche delle conversazioni avvenute tra il paziente e i familiari in ambulanza, così come quelle intercorse con la centrale operativa del 118.

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