benedizione urbi et orbi cosa significa

Oggi, venerdì 27 marzo 2020, Papa Francesco presiederà alle 18 una benedizione urbi et orbi: cosa significa?

Urbi et Orbi è una locuzione latina che significa “Alla città (di Roma) e al mondo” (letteralmente: all’Urbe e all’Orbe). Al giorno d’oggi tale formula viene utilizzata nelle bolle papali, altri documenti pontifici, messaggi e benedizioni dirette ai fedeli di Roma e del mondo intero. n questo momento di difficoltà che vive il mondo intero, ritrovare nella preghiera il senso di quello che sta accadendo. E’ questo il senso dell’appuntamento di domani. Dopo gli appuntamenti di mercoledì 25, con il Padre Nostro recitato insieme al Papa nella Solennità dell’Annunciazione, e il Rosario recitato a distanza, altri due appuntamenti importanti sono quelli di venerdì 27.

Benedizione urbi et orbi: cosa significa

La benedizione è impartita dalla loggia centrale della basilica di San Pietro. Dopo la perdita del potere temporale (20 settembre 1870) e fino al 1921 i papi non si affacciarono su piazza San Pietro, ma sulla loggia interna a significare che si consideravano “prigionieri in Vaticano”. Pio XI, eletto nel 1922, tornò a dare la benedizione dalla loggia esterna a significare l’intenzione di risolvere la questione romana.

Fino a Pio XI, il papa, preceduto dal crocifero e accompagnato da due cardinali diaconi, dal maestro delle cerimonie e dagli accoliti, si recava alla loggia delle benedizioni in sedia gestatoria col baldacchino, indossando i paramenti pontificali e il triregno. I successori si recavano a piedi, talora con gli abiti pontificali talora con l’abito corale (rocchetto, mozzetta e stola). L’attuale papa Francesco ha semplificato ulteriormente il cerimoniale, limitandosi ad indossare la stola sopra la veste talare per il solo tempo della benedizione.

La benedizione in piazza

Dopo la Conciliazione tra la Santa Sede e l’Italia (11 febbraio 1929) in piazza, oltre la folla, ad accogliere il papa ci sono le rappresentanze militari dello Stato della Città del Vaticano e dell’Italia e le bande dei due Stati: quella della Gendarmeria Pontificia che esegue l’inno nazionale italiano e quella dei Carabinieri che esegue l’inno pontificio. Dopo i saluti militari della Guardia svizzera pontificia e delle forze armate italiane, il papa pronuncia il messaggio Urbi et Orbi, cui segue la benedizione. Questo cerimoniale si tiene sia nelle ricorrenze di Natale e Pasqua sia in occasione della benedizione del papa neoeletto. I papi che precedettero Il venerabile Giovanni Paolo I non tennero alcun discorso in tale circostanza.

La benedizione contiene una formula che fa riferimento alla remissione dei peccati e all’indulgenza. Va notato che la formula di remissione dei peccati non ha valore di assoluzione, ma impetratorio. La concessione dell’indulgenza è annunciata dal cardinale protodiacono. La benedizione si pronuncia in latino, i fedeli rispondono “Amen”.

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