giovedì di santa rita 26 marzo

Oggi, 26 marzo, è il giovedì di Santa Rita. Questa devozione consiste nel celebrare i quindici giovedì che precedono la festa della Santa, con particolari pratiche di pietà, quali soprattutto la meditazione di un tratto della sua vita o di qualche sua virtù e l’accostarsi ai santi sacramenti della Confessione e della Comunione.

Sono stati istituiti con l’approvazione della Chiesa, allo scopo di commemorare i 15 anni che Santa Rita portò sulla fronte la dolorosa ferita, arrecatale dalla spina, dono singolare del Crocifisso, sposo diretto della sua anima. Quello di oggi, 26 marzo, è l’ottavo giovedì di Santa Rita.

Giovedì di Santa Rita, 26 marzo 2020

Virtù: sofferenza. Santa Rita Amante del crocifisso

La contemplazione dei dolori del Crocifisso e il desiderio ardente d’assaporare parte degli spasimi della passione, sono per Rita continuo stimolo e cura. Ai piedi di Gesù trafitto sulla croce, Ella lacrima e prega. Un giorno, mentre più fervidamente è assorta nella contemplazione della passione di Cristo, dalla corona di spine se ne stacca una e va a conficcarsi in fronte alla Santa, producendovi una piaga dolorosa, per la quale Rita si rende più simile e più strettamente unita al Crocifisso Signore.

Innalza spesso il tuo pensiero alla passione di Cristo, impara, ad esempio di Rita che, per essere di Gesù Cristo, devi abbracciare con pazienza i dolori della vita, accettando con rassegnazione tutte le croci che il Signore si compiacerà mandarti. Ossequio. – Farai durante il giorno qualche mortificazione, rinnegando la tua volontà ed accettando dalle mani di Dio le contrarietà che ti occorreranno. Preghiera. – O amante appassionata del Crocifisso, invitta S. Rita, una parte almeno del tuo amore alla tribolazione ci sia trasfusa nel cuore. Fa che il nostro sguardo si apra a contemplare tutta la bellezza cristiana del dolore, che l’anima nostra ne sperimenti la dolcezza e la bontà.

Noi sappiamo che il Cristo ha scelto volontariamente la Croce e le tribolazioni rigettando il gaudio e le gioie; questo dovrebbe farci più che persuasi che il vero bene non è nel sorriso, ma nel pianto, e che l’uomo deve soffrire, se vuol rendersi degno del suo Dio. Ma la nostra miseria e cecità è così grande che chiamiamo felici i fortunati del secolo e detestiamo le amarezze salubri del dolore. Deh! O nostra Protettrice, vieni Tu ad illuminarci col tuo esempio, affinchè aspiriamo ad unirci con Gesù, accettando con pazienza ogni dolore e avversità: e, benchè tanto lontani dalla perfezione, ottienici che ancora noi possiamo, guardando il Cielo dove ci aspetta la salute e da dove ci viene la forza, ripetere le sublimi parole di San Paolo:”Sono sovrabbondante di gaudio in ogni mia tribolazione”. Così sia.

Riflessione. – Allorchè ti sembra di non essere ascoltata nelle tue preghiere, confida nel Signore e ripeti a S. Rita che vuoi imitarla.

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